Secondo le informazioni fornite da Dropbox, questa collaborazione con OpenAI avviene solo se l’utente attiva esplicitamente la funzione di ricerca AI sperimentale. La società insiste che i dati degli utenti condivisi con partner AI non vengono utilizzati per addestrare modelli AI e vengono eliminati entro 30 giorni. Nonostante queste rassicurazioni, alcuni utenti si sono sentiti infastiditi dalla scoperta che questa impostazione era stata abilitata come predefinita. Attualmente, l’unico fornitore di tecnologie di intelligenza artificiale di terze parti per Dropbox è OpenAI.
Mercoledì scorso, Drew Houston, CEO di Dropbox, ha rilasciato delle scuse ufficiali attraverso un post su X, cercando di dissipare i malintesi. Ha spiegato che il toggle AI di terze parti nel menu delle impostazioni controlla l’accesso alle funzionalità DBX AI
e assicura che nessun dato del cliente Dropbox viene inviato automaticamente o passivamente a un servizio AI di terze parti.Nonostante tali rassicurazioni, non tutti sono stati completamente soddisfatti da questa spiegazione, e alcuni critici ritengono che la comunicazione sulla modifica avrebbe potuto essere più chiara fin dall’inizio.
Secondo le FAQ sulla privacy di Dropbox, le opzioni di opt-out per l’AI di terze parti fanno parte della “Dropbox AI alpha”, un’interfaccia conversazionale per esplorare i contenuti dei file attraverso una chat con un bot in stile ChatGPT.
Coloro che desiderano disabilitare questa funzione e non condividere i propri dati o non utilizzare le funzionalità AI di Dropbox, è possibile farlo accedendo all’account su un browser web. Basta cliccare sulla foto del profilo, selezionare “Impostazioni” e successivamente “AI di terze parti”. A questo punto, è sufficiente cliccare su “Utilizza l’intelligenza artificiale dai partner di terze parti per lavorare più velocemente in Dropbox” e disattivare questa opzione. Questo processo è progettato per garantire agli utenti un controllo diretto sulle loro preferenze e sulla condivisione dei dati nell’ecosistema Dropbox.