Negli ultimi anni ci stiamo abituando sempre di più a far diventare i social una parte integrante della società e della vita. Come se, la condivisione del momento sia più importante del momento stesso.
Ovviamente, se usati con parsimonia, potrebbero anche essere uno strumento interessante. Per la prima volta nella storia dell’uomo abbiamo il privilegio di interagire in pochi istanti con persone che sono dall’altra parte del mondo.
Purtroppo, come ci insegnano i Pink Floyd, esiste sempre un lato scuro della luna. E per quanto riguarda il mondo dei social si riesce a trovare ben poca luce.
Secondo uno studio australiano (fatto ai tempi del vecchio Myspace) sarebbero addirittura 46 gli effetti collaterali dei social sulla mente dei ragazzi. Dunque, da questo studio si possono estrapolare le varie problematiche, creando quasi una sorta di “libretto illustrativo”.
Circa due terzi della popolazione mondiale utilizza i social e nella nostra penisola 35 milioni di persone passano più di 120 minuti al giorno a scrollare. Rischiamo veramente di diventare una generazione completamente influenzata dai social e schiava di essi?
Secondo uno studio troviamo una forte correlazione tra le dipendenze chimiche e comportamentali con quella data dai social. Queste tipologie di dipendenza, infatti presentano dei punti un comune:
- Conflitto: Le priorità non sono più le normali attività
- Alterazioni dell’umore: usando i social si ha come una sorta di “scudo” verso problemi come depressione, ansia e sensi di colpa
- Astinenza: l’impossibilità di stare senza la propria droga
Certamente non tutti coloro che fruiscono dei social presentano queste problematiche, ma si tratta di fenomeni sempre più presenti nella società odierna.
ci sono due industrie che chiamano i loro clienti “user”: quella delle droghe illegali e quella dei software .
Edward tufte