La sicurezza dei dati è una delle maggior sfide dell’era digitale moderna. Tra i più recenti e sofisticati sistemi di difesa ce n’è uno in particolare che, pur essendo stato inventato nell’antichità, continua a svolgere con grande efficacia il lavoro per cui è stato creato: la crittografia.
Come è possibile apprendere dai dati esposti nell’articolo di ExpressVPN sulla storia della crittografia, questa disciplina è nata per scopi militari. Nel corso di questo approfondimento, oggi, scopriremo tutto ciò che circonda questa affascinante disciplina, dalla sua nascita ai tempi degli antichi egizi sino ai giorni nostri.
La crittografia è l’arte e la scienza di proteggere le informazioni attraverso l’uso di algoritmi matematici che trasformano i dati in modo che diventino incomprensibili per chi non possiede la chiave di decodifica corrispondente. Si tratta di un campo fondamentale per garantire la sicurezza e la privacy delle comunicazioni, soprattutto di quelle digitali in questi ultimi anni.
La materia può essere suddivisa in diverse categorie, ma due delle principali sono la crittografia simmetrica e asimmetrica. Nella prima, la stessa chiave è utilizzata sia per cifrare che per decifrare i dati. D’altra parte, la seconda coinvolge una coppia di chiavi: una pubblica, condivisa con tutti, e una privata, mantenuta segreta dal possessore. Quest’ultima forma è spesso impiegata in transazioni online sicure e nella creazione di firme digitali.
La storia della crittografia affonda le radici nell’antichità. Uno dei primi esempi noti di cifratura risale all’antico Egitto, dove venivano utilizzati geroglifici e simboli per proteggere informazioni vitali.
Quest’arte prende slancio con la scitala, un dispositivo criptografico utilizzato dagli Spartani nel 5° secolo a.C. progettato a scopi militari. Questo cilindro di legno, su cui veniva avvolto un lungo nastro di pergamena, rappresenta uno dei primi esempi di cifrari a trasposizione, in cui le lettere venivano mescolate attraverso una sequenza specifica.
Un altro esempio riguarda il cifrario di Cesare, che prevedeva lo spostamento di ogni lettera dell’alfabeto di un numero fisso di posizioni: un metodo relativamente semplice, ma efficace per nascondere il significato delle parole.
Infine, durante la seconda Guerra Mondiale vediamo l’impiego massiccio di cifrari avanzati, tra cui la celebre Enigma
tedesca. Negli anni successivi quest’arte ha continuato a evolversi, adottando nuovi approcci e algoritmi per adattarsi alle crescenti sfide del mondo digitale: dall’introduzione della crittografia a chiave pubblica negli anni ’70, alla ricerca attuale su quella quantistica, si arriva sino ai giorni nostri in cui viene utilizzata per proteggere utenti e istituzioni dai malintenzionati della rete.Attualmente quest’arte si basa su algoritmi matematici complessi, ma l’avanzamento delle tecnologie ha introdotto nuove prospettive: la crittografia quantistica.
Essa utilizza particelle subatomiche, come i fotoni, per creare chiavi. Un aspetto interessante è la proprietà di sovrapposizione quantistica, che consente di creare chiavi che, se intercettate, alterano lo stato quantistico delle particelle coinvolte, rivelando l’intercettazione stessa.
Questo fenomeno, noto come principio di indeterminazione di Heisenberg, fornisce una forma di sicurezza inattaccabile dalla computazione classica. Si tratta di un’innovazione ancora in fase di sviluppo anche se, di fatto, sembra essere quella che riscuote maggior interesse per il prossimo futuro.
Anche la crittografia omomorfa rappresenta una grande novità nella protezione dei dati, perché consente di eseguire operazioni direttamente sui dati cifrati senza la necessità di decifrarli.
Essa offre un livello di sicurezza avanzato dal momento che consente a terze parti di eseguire calcoli sui dati cifrati senza rivelarne il contenuto. L’elaborazione dei dati, infatti, avviene direttamente sul ciphertext.
Questo tipo di crittografia deve superare numerose sfide di complessità e di adattabilità, sebbene il suo potenziale ha aperto nuovi scenari per la protezione dei dati sensibili.
La blockchain si presenta al mondo come uno straordinario paradigma di sicurezza. In una blockchain, infatti, i dati sono immutabili e distribuiti su una rete decentralizzata di nodi: ogni blocco di dati è collegato al precedente, formando una catena che registra e protegge ogni transazione o informazione inserita.
È proprio la struttura decentralizzata che impedisce la manipolazione dei dati e, quindi, offre una grande trasparenza. L’applicazione della blockchain, quindi, può essere applicata per qualsiasi finalità, sia pubblica e privata, come testamenti, transazioni, firme di contratti e molto altro ancora.