Dropbox sta condividendo i dati dei propri utenti con OpenAI? Questa è la domanda che è stata posta all’azienda padre del software in questione, a quanto pare il servizio di archiviazione file starebbe offrendo ai suoi partner tecnologici di intelligenza artificiale l’accesso ai file Dropbox, il CEO Drew Houston riconosce la “confusione dei clienti” attorno ad un toggle delle impostazioni che sembra dirci proprio questo.
Come Ars Technica riporta, questa settimana gli utenti sui loro social media hanno pubblicato gli screenshot di un’impostazione di Dropbox per “AI di terze parti”. Quest’ultima quando attiva, consentirebbe a Dropbox di “utilizzare l’intelligenza artificiale (AI) partner, in modo da poter lavorare più velocemente in Dropbox”. Sempre queste impostazioni ci dicono chiaramente che il software funzioni solo con “partner tecnologici da loro controllati”. L’azienda californiana infine ci svela anche il nome della loro unica società di intelligenza artificiale partner: OpenAI.
L’attivazione o disattivazione di questa impostazione non invia in alcun modo i dati dei clienti Dropbox a un servizio AI, dichiara Houston. Continua dicendo, “qualsiasi confusione da parte dei clienti in merito dipende da noi e faremo il possibile per assicurarci che tutto ciò sia assolutamente chiaro,” ha aggiunto in un tweet che rimanda ai principi dell’intelligenza artificiale in Dropbox.
Dopo aver capito che in realtà Dropbox non sta condividendo i dati dei propri utenti con OpenAI, successivamente veniamo a conoscenza del motivo reale, motivo legato a dei presunti “esperimenti” che riguardano Dash, ovvero una ricerca universale basata sull’intelligenza artificiale che collega tutti i tuoi strumenti, contenuti, e app in un’unica barra di ricerca. Presentato a giugno, Dash si collega a piattaforme come Google Workspace, Microsoft Outlook e Salesforce, in modo tale da trovare tutto in un unico posto e velocemente.
“Presto, Dash sarà in grado di utilizzare le tue informazioni e quelle della tua azienda per rispondere a domande e far emergere contenuti pertinenti utilizzando l’intelligenza artificiale generativa”. Disse Dropbox all’epoca della sua presentazione, prendendo come esempio un ecosistema Dropbox aziendale.
Dropbox sembra dunque essere scampata alle varie accuse degli utenti, questo potrebbe essere solo uno dei primi esempi di come questi software interagiscono con delle AI, però ormai la strada sembra essere spianata, nel corso dei prossimi anni le AI diventeranno sempre di più una parte fondamentale nella vita delle persone.