Il principale artefice di questa innovazione è il professor Jun Yao e il suo team, che hanno collaborato con esperti dell’Institute of Applied Life Science e del Dipartimento di Ingegneria Biomedica. L’ispirazione per questa tecnologia è stata tratta dalle nuvole, le quali contengono una considerevole quantità di elettricità. Creando una versione miniaturizzata e artificiale di una nuvola, i ricercatori sono riusciti a catturare in modo prevedibile e continuo l’elettricità prodotta. In questo modo hanno aperto la strada a una fonte ubiquitaria di energia pulita.
Il segreto dietro questa tecnologia sta nei nanopori,
fori microscopici con un diametro inferiore ai 100 nanometri. Questi nanopori sono essenziali per sfruttare il principio del “mean free path”, la distanza tra le molecole in un composto. Quando le molecole d’acqua attraversano il materiale del dispositivo attraverso questi nanopori, si genera una differenza di potenziale che rilascia energia. Questo processo controllato e su scala ridotta emula il principio che genera fulmini dalle nuvole, ma in modo più efficiente e controllato.Il professor Yao ha sottolineato che l’idea, sebbene apparentemente semplice, è una scoperta senza precedenti che apre le porte a infinite possibilità. Immagina un futuro in cui l’elettricità pulita è disponibile ovunque, contribuendo significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Uno studio precedente del team, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature nel 2020, aveva già dimostrato la possibilità di ottenere energia pulita dall’aria utilizzando nanofili proteici elettricamente conduttivi prodotti da un microorganismo.
Questa tecnologia offre la prospettiva di una rivoluzione nell’approvvigionamento energetico sostenibile, ma al momento è ancora in fase sperimentale. La ricerca, intitolata “Generic Air-Gen Effect in Nanoporus Materials for Sustainable Energy Harvesting from Air Humidity”, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Advanced Materials, gettando le basi per un futuro in cui l’energia pulita potrebbe davvero provenire “dal nulla”.