Dalle dichiarazioni di qualche mese fa del CEO di Apple, Tim Cook, sembrava che l’azienda statunitense fosse contraria all’implementazione dell’IA all’interno di IOS. In altre interviste lo stesso CEO dichiarò il contrario, dicendo che Apple sarà pronta ad aggiungere l’IA nel software di Siri già da IOS 18.
Lo stato confusionario vissuto in casa Apple, soprattutto riguardante gli ultimi problemi, sembra però essere quasi svanito secondo alcune indiscrezioni. Difatti, Apple sembrerebbe essere in contatto con alcune testate giornalistiche americane per ricevere aggiornamenti continui sulle varie notizie del giorno importanti o meno che siano.
Tutto ciò ovviamente ha uno scopo ben preciso, Apple, stipulando contratti da almeno 50 milioni di dollari, dice il New York Times, riceverà le licenze su alcuni archivi di articoli di notizie. L’insieme di tutte le informazioni saranno scaricate sul database di Siri e potranno essere estratte e rielaborate dall’intelligenza artificiale. Alcune testate sono rimaste un po’ reticenti all’accordo proposto da Apple riguardo all’estrema vaghezza sull’uso dell’intelligenza artificiale.
L’IA in Apple è una rivoluzione vera e propria
In molti sostengono che Apple stia bruciando le tappe in questo ambito per non rimanere indietro e quindi competere con altre aziende di intelligenza artificiale. Sembrerebbe inoltre che attualmente la società stia allenando il suo chatbot AppleGPT con qualsiasi informazione utile utilizzando ogni tipo di fonte proprio per integrarlo il più presto possibile in IOS 18.
Si è parlato molto anche del fatto che grandi aziende come Meta, Microsoft e Google abbiano già incorporato l’intelligenza artificiale generativa nei loro prodotti e di come Apple sia nettamente in ritardo nell’uso di questa tecnologia.
L’azienda inoltre ha rivelato di voler fare le cose con cura rispettando i diritti d’autore mantenendo una precisione nell’elaborazione procedurale dell’IA di altissimo livello. In passato programmi del calibro di Chat GPT erano stati criticati per la non curanza e poca precisione delle risposte dell’aiutante. Altri sostengono che le fonti da dove ChatGPT rielaborava le risposte siano poco originali e soprattutto carenti nel rispetto del copyright.