Il primo grande scontro tra l’Unione Europea e una gigante tecnologica è avvenuto nel 2004. In quell’anno il commissario europeo, Mario Monti, ha accusato Microsoft di abuso di posizione dominante. Questa controversia ha aperto la strada a una serie di azioni legali e decisioni normative. Queste hanno plasmato il panorama delle Big Tech e delle loro interazioni con le autorità di regolamentazione.
Nel corso degli anni, le dispute hanno coinvolto diverse aziende tecnologiche di prim’ordine, tra cui troviamo, ad esempio, Google e Meta.
Le controversie non si limitano solo alle questioni di concorrenza e abuso di posizione dominante. Alcune delle principali preoccupazioni riguardano anche l’utilizzo improprio dei dati personali degli utenti
. Le autorità regolatorie di diverse giurisdizioni hanno cercato di introdurre per questo normative più stringenti. Lo scopo è quello di garantire la protezione della privacy e la sicurezza delle informazioni degli individui.Mentre Cina e Stati Uniti sembrano puntare su intese preventive per risolvere le controversie, l’approccio europeo si è concentrato principalmente sull’applicazione di sanzioni. Emerge però una sfida evidente: molte delle multe inflitte alle Big Tech sono state in parte eluse o hanno avuto un impatto limitato sulle pratiche aziendali.
L’evoluzione di queste diatribe nel corso degli anni riflette la crescente complessità di tutte quelle questioni legate alla tecnologia così come anche all’industria digitale. Il dibattito è incentrato, dunque, non solo sulle pratiche commerciali delle aziende, ma anche sulle implicazioni sociali, etiche e politiche del loro operato. Con il continuo avanzamento della tecnologia, è probabile che il rapporto tra le Big Tech e le autorità di regolamentazione continuerà a essere un tema centrale nei dibattiti pubblici e nelle decisioni normative future.