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È vero che i nostri dispositivi smartphone ci ascoltano?

L’interrogativo che aleggia nella mente di molti riguarda la presunta attività di ascolto clandestino da parte degli smartphone durante le nostre conversazioni. Questo sospetto è spesso alimentato dalla comune esperienza di ricevere pubblicità correlata a discorsi recenti con amici, sia sui social network che altrove. Finora, le ricerche condotte su questo argomento avevano generalmente fornito esiti negativi, non confermando le preoccupazioni diffuse.

I nostri smartphone ci ascoltano

La presenza ricorrente di annunci pertinenti alle nostre conversazioni suscita però domande legittime. Recentemente, infatti, la situazione ha preso una piega diversa. Questo perché è emersa la prova che alcune società di marketing stanno pubblicizzando software progettati appositamente per ascoltare le nostre conversazioni. La testata 404 Media ha scoperto una pagina web, successivamente cancellata, della società Cox Media Group (CMG), che promuoveva il servizio “Active Listening“.

Questo servizio, come dichiarato da CMG, consente di identificare i consumatori in tempo reale attraverso smartphone, smart TV e altri dispositivi, ascoltando le loro conversazioni e consentendo alle aziende di indirizzare annunci mirati.

Interrogativi etici

La modalità di funzionamento di Active Listening solleva diversi interrogativi. Non è chiaro se il servizio è effettivamente stato utilizzato e ha prodotto risultati tangibili.

Inoltre, la questione della legalità sorge spontanea: è etico e legale ascoltare segretamente le conversazioni delle persone? CMG sostiene che ciò sia del tutto legale, poiché i consumatori acconsentono generalmente a ciò. Questo avviene, secondo quanto dichiarato, quando si accettano i termini e le condizioni delle app o dei software scaricati.

La lunghezza spesso incomprensibile dei termini di servizio può portare a dare il consenso senza una comprensione adeguata. Rimane irrisolto il dilemma di quali siano le principali applicazioni che utilizzano effettivamente tali sistemi, se ve ne sono. Tra i partner elencati da CMG ci sono giganti come Amazon, Microsoft e Google. Nonostante ciò le aziende affermano che non condividono registrazioni vocali e che impediscono la raccolta di audio quando le app non sono attivamente utilizzate.

Dunque, sebbene la presunta pratica di ascolto clandestino da parte degli smartphone sia stata smentita, molte prove hanno avvalorato la presenza di software progettati per questo scopo. Proprio per questo molti interrogativi rimangono senza risposta. Il sospetto comune di essere ascoltati dagli smartphone si è quindi rafforzato, alimentando una crescente preoccupazione.

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Pubblicato da
Margareth Galletta