Durante la prima edizione del Milano Audiovisual Forum, il presidente di Confindustria Radio TV, Franco Siddi, ha sollevato un tema cruciale: il passaggio di uno dei mux Rai al DVB-T2, come previsto dal nuovo contratto di servizio entro il prossimo 10 gennaio. Con milioni di famiglie italiane ancora prive di televisori compatibili e il 5G in costante espansione, la situazione attuale è complessa e non completamente definita.
Secondo l’ultima ricerca Auditel-Censis, infatti, oltre 8,4 milioni nuclei familiari non sono ancora dotati di televisori compatibili con il DVB-T2. Questo dato mette in luce la sfida che la Rai deve affrontare nel migrare al nuovo sistema entro la scadenza.
La Complessità della Situazione Rai per il passaggio al DVB-T2
La Rai vede nel passaggio alla nuova tecnologia una nuova opportunità per implementare la qualità di ricezione dei propri canali. Tuttavia, il passaggio potrebbe causare inizialmente una perdita di audience, secondo i dati Auditel-Censis. Per tale motivo stanno valutando strategie, incluso l’opzione di canali esclusivi DVB-T2 per favorire l’adozione del nuovo standard.
Si è ipotizzata qualche settimana fa la chiusura di Rai Sport per ottimizzare il bitrate residuo, ma il CEO della Rai ha smentito tale possibilità. La Rai è attualmente limitata a 40 Mbit/sec disponibili in DVB-T e le decisioni cruciali riguardano soprattutto la gestione dei bit e calcoli complessi, non dei canali esistenti.
Il direttore generale Giampaolo Rossi ha però, pochi giorni fa, sollecitato un possibile rinvio della scadenza del 10 gennaio per lo switch-off. La motivazione principale è la concomitanza con due eventi sportivi di rilievo nel 2024: le Olimpiadi di Parigi e gli Europei di calcio in Germania. La decisione e l’accettazione della proposta potrebbe avere ancor più implicazioni significative sulla copertura degli utenti e sulla fruizione di servizi, dando maggior tempo a disposizione per la Rai di trovare una soluzione.