Chi almeno una volta nella vita non ha avuto la sensazione che il proprio smartphone fosse in grado di ascoltare le conversazioni?
Spesso infatti dopo aver avuto una conversazione su un determinato oggetto, come ad esempio un’aspirapolvere, aprendo i social si nota come magicamente appaiano delle pubblicità allettanti di alcuni aspirapolvere.
Effettivamente la questione potrebbe destare non pochi sospetti, soprattutto se si ripete nel tempo con oggetti diversi. La domanda è quindi estremamente chiara: i nostri smartphone sono in grado di ascoltare le nostre parole per proporci delle pubblicità mirate? La nostra privacy viene messa in secondo piano in favore delle vendite?
Queste domande sono tutte lecite però c’è da specificare che a oggi non ci sono delle prove concrete a favore di queste tesi e le stesse società coinvolte, come Apple, Amazon o Google, negano fortemente di praticare l’ascolto attivo.
Active Listening, realtà oppure semplice paranoia?
Un caso particolare è quello del sito Cmg Local Solutions che ha pubblicato un articolo dove si parlava apertamente dell‘Active Listening come una pratica utilizzata per pubblicizzare dei prodotti che all’utente specifico potessero servire.
L’articolo è stato subito rimosso ma è possibile comunque consultarlo e leggere come venisse spiegato come utilizzare gli smartphone per carpire informazioni utili.
Come detto in precedenza, le società continuano a negare affermando inoltre che con i dispositivi moderni non sarebbe possibile farlo e in linea generale la pratica sarebbe davvero estremamente costosa.
Quindi è solo paranoia? Le coincidenze che noi notiamo sono da ricollegare al fenomeno Baader-Meinhof, più comunemente chiamato come illusione di frequenza, ovvero un fenomeno che ci spinge a notare una cosa dopo averla notata per la prima volta facendoci credere invece che sia qualcosa di molto frequente.
Per esempio immaginiamo di comprare un’ automobile di un colore strano come il celeste, prima del nostro acquisto penseremmo di non averne mai viste in giro ma dal momento dell’acquisto in poi inizieremo notarne tante. Non è che prima non esistessero automobili di quel colore, soltanto che noi non ci prestavamo attenzione.
Al di là di tutte queste questioni il tema della privacy rimane di primaria importanza e le aziende dovrebbero mostrare la massima trasparenza a riguardo.