Il campo dell’informatica sta assistendo a una rivoluzione grazie al lavoro di un gruppo di scienziati dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT), guidati dal ricercatore Alessandro Chiolerio. Essi hanno sviluppato il primo prototipo di un computer liquido, una tecnologia all’avanguardia che utilizza un ferrofluido composto da acqua e nanoparticelle di magnetite. Questo fluido reagisce a campi elettrici esterni, permettendo al dispositivo di memorizzare e riconoscere numeri da 0 a 9.
Questa innovazione, pubblicata su Advanced Materials, fa parte del progetto europeo COgiTOR, che mira a sviluppare sistemi cibernetici artificiali avanzati.
L’idea di Chiolerio è nata durante il suo periodo di lavoro al Jet Propulsion Laboratory della NASA, dove si occupava di progettare sistemi robotici fluidi per esplorare corpi celesti difficili da raggiungere. Questa intuizione lo ha portato a considerare i fluidi come base per un nuovo tipo di computer. Dopo aver raccolto un team di collaboratori, Chiolerio ha ottenuto il finanziamento per il suo progetto dall’European Innovation Council, grazie a un bando specifico dedicato alle tecnologie innovative.
Il computer liquido realizzato a Genova dall’IIT differisce dai tradizionali calcolatori basati su microchip. Al suo interno, il dispositivo utilizza acqua e magnetite
, materiali non tossici. Le nanoparticelle di magnetite rispondono agli stimoli magnetici cambiando disposizione nello spazio, creando un sistema di calcolo innovativo e fluido. Nonostante l’attuale necessità di un computer tradizionale per il controllo degli esperimenti, l’obiettivo futuro è ridurne l’uso.Questo calcolatore liquido è programmato per riconoscere i numeri tramite sequenze di impulsi elettrici, analoghe al codice Morse. Sebbene la sua precisione attuale sia superiore al 90%, con un margine di errore del 10%, ha dimostrato la capacità di eseguire compiti semplici e apre la strada a operazioni più complesse.
Le potenzialità future di questa tecnologia sono notevoli. Oltre a riconoscere immagini e voci, potrebbe imitare il comportamento del cervello umano attraverso sistemi neuromorfici. Un calcolatore liquido potrebbe anche essere utilizzato per processori di calcolo parallelo massiccio, riducendo l’impatto ambientale e il consumo energetico rispetto ai sistemi basati su silicio. Benché queste applicazioni siano ancora teoriche e richiedano anni di ingegnerizzazione e ottimizzazione, il lavoro di Chiolerio e del suo team apre nuove frontiere nel campo della computazione, proponendo un paradigma innovativo di sistema cibernetico.