Molto spesso si ha la netta impressione che dopo aver conversato amabilmente di alcuni oggetti in particolare con una vostra amica, aprendo i social due minuti dopo, vi appaia proprio quell’oggetto specifico.
Queste strane coincidenze hanno portato gli utenti a pensare che gli smartphone moderni siano allora in grado di ascoltare le conversazioni per poi sfruttarle per propinare delle pubblicità.
L’idea che vengano utilizzati gli smartphone per influenzare gli acquisti non è recentissima e molti sono stati gli studi condotti a riguardo.
Le maggiori società sotto inchiesta, come Apple e Amazon, hanno più e più volte smentito quest’ipotesi garantendo l’impossibilità dei loro dispositivi di poter anche solo riuscire ad ascoltare qualcuno.
Smartphone, riescono o no ad ascoltare le conversazioni?
La questione potrebbe essere a una svolta poiché recentemente sul sito della Cox Media Group, una famosa società di marketing, è apparso un articolo, prontamente rimosso dopo poco, che parlava proprio dell’Active Listening.
L’Active Listening è proprio la pratica che verrebbe utilizzata per spiare le conversazioni per poi sfruttarle subito dopo con lo scopo di mostrare agli utenti proprio gli oggetti di cui stavano parlando. Sempre nell’articolo erano chiaramente spiegati i metodi utilizzati per praticare l’Active Listening, grazie all’ascolto di parole chiave, trasferite poi agli inserzionisti.
La società ha subito smentito tutto ed effettivamente diversi studi pregressi confermano la tesi secondo la quale i costi per effettuare queste operazioni sarebbero davvero esorbitanti, e che quindi l’ipotesi più probabile alla base di ciò è che si tratti di una percezione distorta della realtà.