Una delle principali paure che può avere l’essere umano durante la sua vita, dopo la morte, è sicuramente l’invecchiamento.
L’uomo non accetta per niente l’idea di invecchiare e questo viene dimostrate dalle tante operazioni chirurgiche e diverse tecniche utilizzate per ritardare quanto più possibile questo fenomeno.
L’invecchiamento è un processo prettamente biologico e di conseguenza al momento inevitabile. La scienza sta cercando di studiare dei metodi per bloccarlo o quantomeno rallentarlo ma al momento non ci sono sviluppi tali da destare scalpore.
Il fenomeno è davvero complesso, come d’altronde tutti quelli presenti nel corpo umano, e coinvolge principalmente il DNA e l’invecchiamento delle cellule che costituiscono la nostra struttura.
Se nulla è stato scoperto per bloccarlo sono comunque state fatte delle scoperte davvero molto interessanti a riguardo che coinvolgono i nostri antenati e i dinosauri!
I mammiferi in generale sono tra gli animali che subiscono un processo d’invecchiamento più veloce rispetto a tutti gli altri.
Inoltre sono anche quelli che vengono più colpiti da tumori durante il corso della loro vita.Una recente scoperta ha rivelato che la colpa è tutta da imputare ai dinosauri e al loro atto predatorio durato 100 milioni di anni che avrebbe causato un acceleramento dell’invecchiamento nelle loro prede.
Secondo il professore di biogerontologia molecolare all’Universita’ di Birmingham, Joao Pedro de Magalhaes: ‘Ritengo che l’evoluzione durante il dominio dei dinosauri abbia lasciato un’eredita’ duratura nei mammiferi. Per oltre 100 milioni di anni, quando i dinosauri erano i predatori dominanti, i mammiferi erano generalmente piccoli, notturni e avevano un’aspettativa di vita ridotta. La mia ipotesi e’ che una pressione evolutiva cosi’ prolungata sui primi mammiferi li abbia portati a riprodursi velocemente inducendo la perdita o l’inattivazione di geni e meccanismi associati alla longevita’.