I dati, che forniscono una risposta a questa domanda, provengono da esperti del mondo digitale e delineano un quadro annuale dell’utilizzo di Internet e delle sue molteplici sfaccettature. Attualmente, la popolazione mondiale con accesso a Internet si attesta a 5,2 miliardi di individui, ovvero il 64,6% del globo. Questo numero è più del doppio rispetto ai 2,1 miliardi registrati nel 2013, segnando un cambiamento epocale in soli dieci anni.
Internet è diventato un mondo parallelo, un ambiente in cui gli eventi si susseguono a una velocità, se non superiore, almeno paragonabile alla vita reale. Questo è evidenziato dalla Data Never Sleeps, un’infografica annuale giunta alla sua undicesima edizione, curata dagli esperti di dati di Domo sin dal 2013.
Naturalmente, di anno in anno, emergono nuove tendenze e abitudini, mentre altre scivolano in posizioni meno centrali. Ad esempio, le riunioni virtuali basate su Zoom
, che hanno caratterizzato il periodo pandemico, non compaiono più nelle prime posizioni di rilievo. Al contrario, una novità del 2023 è la frequenza con cui Taylor Swift riceve streaming, con una media di 69.400 volte al minuto. Un’altra aggiunta rilevante è l’attenzione dell’Internet collettivo verso l’intelligenza artificiale generativa, evidenziata dal fatto che ChatGPT riceve ben 6.944 richieste ogni minuto.Tra le statistiche più sorprendenti, emerge che ogni minuto si scambiano online 398 milioni di dollari in buoni del tesoro, mentre la spesa media su Amazon raggiunge i 455.000 dollari (circa 415.000 euro). Il numero di e-mail inviate è salito da 231,4 milioni al minuto dello scorso anno a 241 milioni quest’anno, segnando un costante aumento rispetto ai 204 milioni del 2013.
Inoltre, le ricerche su Google sono passate da 5,9 milioni al minuto dello scorso anno a 6,3 milioni nel 2023. I tweet, che nel 2021-2022 avevano subito un calo, sono ora tornati a 360.000 al minuto nel 2023. Quanto riguarda i contenuti in streaming si registra un calo rispetto all’anno precedente quando si parlava di 1 milione di ore al minuto, sufficienti a coprire 114 anni (ora siamo scesi a 43). Questa diminuzione del tempo di streaming può essere ricollegato alla fine della pandemia.