L’8 Gennaio, segnerà in assoluto il giorno in cui le aziende private effettueranno il loro primo sbarco sulla Luna. Il razzo Vulcan di United Launch Alliance farà, infatti, il suo debutto presso la Space Force Station di Cape Canaveral, portando con sé il lander Peregrine dell’azienda Astrobotics. Questo segna un momento epocale in cui le imprese private entrano nel programma Artemis della NASA, puntando, come appunto detto, al ritorno sulla Luna. Nonostante l’entusiasmo per l’innovazione, sorgono polemiche legate alle urne cinerarie a bordo. Queste, infatti, hanno suscitato numerose proteste da parte della comunità Navajo che vede la deposizione di resti umani sul nostro satellite come una violazione di uno spazio sacro.
Il ritorno sulla Luna e prime polemiche dalla comunità Navajo
Il programma Artemis, che mira al ritorno umano sulla Luna, si affida sempre più alle aziende private, come dimostrato da questa collaborazione con Astrobotics. Il lander Peregrine trasporterà esperimenti utili per raccogliere dati cruciali per le prossime missioni lunari, consolidando così la partnership pubblico-privato nello spazio. Il lancio rientra nel quadro del programma Commercial Lunar Payload Services, un’iniziativa commerciale della NASA.
Tra gli esperimenti a bordo, spiccano strumenti NASA ed ESA, una moneta dalle Seychelles caricata con un Bitcoin, e opere d’arte, tra cui quelle del progetto MoonArk della Carnegie Mellon University e nano-litografie dell’artista italiano Alessandro Scali. Però, l’iniziativa di includere capsule con ceneri umane solleva non poche controversie con la comunità Navajo che protesta contro la presunta profanazione di uno spazio sacro lunare.
Se il lander Peregrine raggiungerà con successo la Luna, sarà il primo veicolo privato a posarsi sulla sua superficie, segnando un punto di svolta storico nell’esplorazione spaziale e aprendo nuovi orizzonti per il coinvolgimento del settore privato in future missioni spaziali.
E voi cosa ne pensate, siete d’accordo con la comunità Navajo ?