La presentazione europea di Xiaomi ha avuto inizio con una visita alla Quantum Oddity Gallery, dove è stata allestita una mostra fotografica di Giuseppe Nucci, fotogiornalista molisano e istruttore Leica Akademie. La sua missione era testare le potenzialità del nuovo smartphone Xiaomi 13 T Pro, dotato di 3 fotocamere con lenti ottiche professionali Leica, notoriamente eccellenti nella fotografia professionale.
Nucci, incaricato da Xiaomi, ha ritratto la sua terra d’origine, la Maiella, con uno sguardo intimo e quasi antropologico, utilizzando il nuovo smartphone per catturare la montagna in bianco e nero. L’obiettivo era narrare storie più intime, focalizzandosi su ritratti e racconti della gente del luogo. Questa sfida mette in luce l’importanza di andare oltre il semplice fotogramma, di immergersi profondamente nel territorio e nelle storie umane.
Nucci, incaricato anche di condurre il progetto Xiaomi Education – Story in Sight, ha condiviso la sua filosofia nell’insegnare: non la quantità ma la qualità. L’importanza di selezionare i momenti decisivi, di vivere l’esperienza prima di catturarla con la fotocamera, è una lezione che trasmette ai partecipanti ai suoi workshop fotografici.
Il fotogiornalista evidenzia il miglioramento costante nella qualità delle fotocamere degli smartphone, affermando che il divario tra fotocamere professionali e smartphone si sta riducendo sempre di più. Tuttavia, sottolinea che la fotografia è in un momento di transizione
, con un cambiamento nei mezzi di narrazione delle storie piuttosto che nella natura intrinseca della fotografia stessa.
Dopo la presentazione europea dei nuovi dispositivi Xiaomi, Siegfried Hansen, istruttore Leica Akademie specializzato in street photography, utilizzando il Xiaomi 13 T, ha esplorato piazza Mercedes Benz, sfruttando le sue geometrie e il paesaggio urbano.
Hansen ci ha insegnato trucchi pratici per ottenere foto sorprendenti con uno smartphone. Dal capovolgere lo smartphone per un punto di vista ribassato, all’importanza di evitare di appoggiare la fotocamera a terra, fino all’esplorazione di forme geometriche e al gioco di riflessi su superfici riflettenti, ogni suggerimento era mirato a migliorare la creatività e la qualità delle foto.
L’esperienza si è conclusa alla East Side Gallery, dove il muro di Berlino è diventato un museo a cielo aperto. Il quinto trucco di Hansen è stato un invito a non accontentarsi dell’ovvio, a cercare angoli e prospettive nuovi e personali. Il riflesso è stato nuovamente sottolineato come un elemento interessante, offrendo un modo unico di avvicinarsi all’immagine.
Riflettendo su quest’avventura, emerge la convergenza sempre più evidente tra la tecnologia degli smartphone e le esigenze della fotografia professionale. La sfida sta nel saper cogliere l’opportunità di raccontare storie in modi innovativi, mantenendo l’essenza della qualità e della creatività nell’arte della fotografia.