La situazione legale di OpenAI e Microsoft si complica ulteriormente a seguito delle recenti azioni legali intraprese da un gruppo di autori e saggisti, tra cui i giornalisti Nicholas A. Basbanes e Nicholas Gage. Questi hanno deciso di fare causa alle due aziende per quanto riguarda l’utilizzo delle proprie opere nel processo di addestramento di ChatGPT.
Il caso ha radici nel mese di settembre, quando George R.R. Martin aveva già intentato una causa contro OpenAI per l’uso non autorizzato delle sue opere letterarie nel training di ChatGPT. Nel corso dei mesi successivi, altri autori si sono uniti a Martin, ampliando il fronte delle accuse. Adesso, il gruppo si estende anche ai saggisti, dimostrando una crescente preoccupazione nella comunità degli scrittori rispetto all’utilizzo delle proprie creazioni nella formazione AI.
Contesa aperta tra scrittori e ChatGPT
La causa legale presentata da Basbanes e Gage è particolarmente significativa, in quanto mira a rappresentare tutti gli autori americani di saggi e libri di non-fiction. L’accusa principale è quella di furto massiccio e intenzionale di opere protette da copyright. Ciò che viene sostenuto è che OpenAI e Microsoft abbiano deliberatamente approfittato delle opere degli scrittori senza il loro consenso.
Considerando le sue premesse, questa particolare azione legale potrebbe assumere le proporzioni di una class–action. La class-action coinvolgerebbe in prima persona tutti gli autori i cui lavori sono stati utilizzati per il processo di addestramento del chatbot ChatGPT. La richiesta avanzata da Basbanes e Gage è di un risarcimento significativo, pari a 150.000 dollari per ogni opera utilizzata senza autorizzazione. L’obiettivo dichiarato da Basbanes e Gage è chiaro: vogliono rappresentare una “classe” di scrittori il cui lavoro è stato, secondo la loro linea di pensiero, sistematicamente sottratto dalle due colossali aziende dell’AI.
La causa ora passa alla valutazione di un giudice negli Stati Uniti. Sarà il giudice ad esaminare attentamente tutte le accuse e le argomentazioni presentate dalle diverse parti coinvolte. La decisione finale del tribunale potrebbe avere profonde implicazioni non solo per OpenAI e Microsoft, ma anche per l’intera industria dell’intelligenza artificiale. Sollevando importanti questioni etiche e legali sull’utilizzo delle opere protette da copyright nei processi di addestramento dell’AI, l’intero settore potrebbe essere posto sotto una nuova lente di ingrandimento.