La recente indagine della polizia britannica su un’aggressione sessuale “virtuale” ai danni di una ragazza minorenne, perpetrata nel metaverso, segna un momento cruciale nella giurisprudenza e nell’etica digitale. Questo caso, riferito dal Daily Mail, risveglia dibattiti risalenti al 1993, quando il Village Voice pubblicò un articolo di Julian Dibbell che descriveva un simile episodio di violenza sessuale in un ambiente virtuale. Le vittime di questi atti, anche se perpetrati in uno spazio digitale, mostrano una risposta emotiva e psicologica paragonabile a quella delle vittime di aggressioni fisiche, come dimostra il caso della ragazza britannica.
Metaverso: c’è da preoccuparsi?
La realtà virtuale, con la sua capacità di immergere completamente gli utenti, sfuma i confini tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, soprattutto per i giovani. Questo aspetto è stato evidenziato dalla psicoterapeuta Nina Jane Patel, la quale ha descritto nel 2022 la sua esperienza di aggressione sessuale virtuale nel gioco “Horizon Worlds”. La problematica giuridica e morale che emerge riguarda la categorizzazione di tali crimini: possono essere considerati alla stregua di aggressioni fisiche?
Il dibattito pubblico è diviso. Alcuni commenti online minimizzano la gravità di questi atti, sottolineando la possibilità di disconnettersi dal gioco, mentre altri riconoscono la serietà dell’impatto psicologico. La differenza sostanziale tra un gioco come “Call of Duty”, dove gli utenti si aspettano di subire attacchi virtuali come parte dell’esperienza di gioco, e il caso della ragazza aggredita nel metaverso è significativa. Nel secondo scenario, non c’è alcuna aspettativa o consenso per un’interazione di natura sessuale, soprattutto quando si tratta di minori.
Ancora non è chiaro a quale gioco stesse partecipando la ragazza al momento dell’aggressione, ma è importante sottolineare che non esistono giochi online legittimi in cui l’obiettivo sia commettere atti di violenza sessuale, specialmente contro bambini. Questo caso sottolinea la necessità di un quadro normativo più chiaro e definito per il metaverso, una realtà che si sta rapidamente espandendo e che richiede un’attenzione particolare per la sicurezza e il benessere dei suoi utenti, in particolare i più vulnerabili.