Midjourney, con la nuova versione le immagini superano il reale

Nel 2024, gli algoritmi di intelligenza artificiale (AI) rimangono un argomento centrale nel settore hi-tech, grazie al loro impiego crescente in vari campi, dalla cultura all’intrattenimento digitale, fino all’innovativo ambito dell’imaging generation. Un esempio lampante di questa tendenza è Midjourney, particolarmente noto per la sua avanzata tecnologia nel campo dell’elaborazione delle immagini.

Midjourney: la versione 6

La versione 6 di Midjourney, attualmente in fase di rodaggio, ha già suscitato ampio entusiasmo grazie al suo realismo fotografico quasi tangibile. Questa nuova versione, accessibile in beta ai sottoscrittori paganti tramite server Discord, ha impressionato gli utenti per la sua capacità di generare scenari e dettagli di una sofisticatezza eccezionale. L’artista Julie Wieland ha descritto le immagini prodotte come incredibilmente dettagliate, pur rilevando una saturazione e un contrasto ancora da perfezionare.

Il salto qualitativo di Midjourney 6 rispetto ai suoi predecessori si evidenzia anche nella gestione dei prompt di comando. La stessa società Midjourney, nel suo blog ufficiale, ha anticipato che i creativi dovranno adattarsi a una nuova modalità di formulazione degli input, per ottenere risultati ottimali. Le linee guida suggeriscono di evitare prompt generici e di essere più espliciti nelle richieste, al fine di sfruttare appieno le potenzialità dell’algoritmo.

Midjourney 6 ha mostrato una sensibilità accresciuta ai prompt, esortando gli utenti a specificare chiaramente le loro esigenze, con la possibilità di regolare il grado di stilizzazione per adattarsi meglio alle richieste. Questo modello è stato sviluppato da zero, utilizzando un supercluster di AI, e rappresenta un passo avanti significativo nel campo dell’immaginazione collettiva.

Tuttavia, le capacità straordinarie di Midjourney 6 sollevano interrogativi. Le immagini generate sono talmente dettagliate da apparire quasi iperrealistiche, superando la definizione delle immagini standard, anche quelle ad alta risoluzione. Questo grado di precisione, sebbene sia una testimonianza dell’avanzamento tecnologico, pone domande sulla natura dell’AI e sulla percezione umana del realismo.

In parallelo, emergono preoccupazioni riguardanti i metodi di addestramento degli algoritmi. Caso emblematico è quello del New York Times contro Open AI, in cui si contesta l’uso non autorizzato di contenuti protetti da copyright. Anche Midjourney non ha chiarito completamente i suoi metodi di web scraping, alimentando dubbi sull’utilizzo di immagini protette da diritti d’autore. Questa zona grigia legislativa sottolinea la necessità di una regolamentazione più chiara e condivisa.

In settori come quello dei videogiochi, si stanno già delineando accordi costruttivi, come dimostra l’intesa tra SAG-AFTRA e Replica Studio per l’uso delle voci nell’addestramento degli algoritmi vocali AI-based. Questi esempi positivi mostrano come un dialogo costruttivo possa guidare l’evoluzione dell’AI verso benefici reciproci, stabilendo norme equilibrate che rispettino i diritti di tutte le parti coinvolte.

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