Andiamo con ordine: pochi anni prima della pandemia ho visto, per la prima volta, la DJI Osmo Pocket. La comprò un mio amico e collega per fare riprese veloci da abbinare alle sue camere principali; faceva, come me all’epoca, il videomaker. Rimasi colpito e sconcertato: una camera con gimbal interno che ti seguiva come se ci fosse un operatore dietro. Se non è magia questa! Bene, dopo quella parentesi però, non la comprai, un po’ perché nella mia carriera ho sempre seguito un unico brand, un po’ perché ho spesso – erroneamente – considerato DJI come una valida azienda solo per i droni e per i gimbal. Che pensieri sbagliati ho fatto, e lo posso confermare ora. DJI Osmo Pocket 3 l’ho sognata sin dalla sua presentazione e ora non mi pongo più il dilemma di avere gadget di un’unica compagnia. Main camera Sony, uso riprese fatte con l’iPhone, droni DJI, clip aggiuntive Panasonic e chi più ne ha più ne metta. Ho voluto provare questo gioiello quindi per capire se, effettivamente, lo andrò ad utilizzare in una mia prossima produzione di documentari. Ebbene, la risposta è “si!”, ovviamente.
Piccola premessa: sebbene io preferisca spesso fare clip extra con il mio iPhone, in realtà avere uno strumento dedicato che con un singolo tasto si accende ed è operativo, è stabilizzato ed ha un software apposito, cambia tutte le carte in tavola. Lo porto con me in tasca, lo accendo e sono pronto a girare in tre secondi. Riesce a rendere semplice il concetto di videomaking, cosa non scontata di questi tempi dove tutti sono “content creator”. E voglio fare un’ultima considerazione prima di addentrarmi nella disamina: posso girare in modalità verticale e in orizzontale, a seconda del contesto. Utilissimo quando devo girare clip promozionali per un documentario con i protagonisti e voglio averli già pronti per i social (quindi in 9:16). E poi è semplicissima da usare, come tutti i prodotti di DJI. Ha tante funzioni che io non uso (come la webcam mode, ma per tanti può essere la svolta, soprattutto se si fa stream su determinate piattaforme).
Confezione e packaging
Io ho la versione Creator Combo e qui il piatto è veramente ricco: oltre alla camera, troviamo la cover protettiva, il DJI Mic 2 trasmettitore, il gatto antivento, una piccola maniglia e un battery pack aggiuntivo, il mini tripod, la pochette, e altre piccole cose che neanche tolgo dalla scatola che non mi servono.
Mi piace che c’è tutto, e anche di più. Certo, la qualità si paga e il prezzo di tutto questo bundle non è economico: parliamo di 689€ mentre la versione semplice standard costa 549€. Diverse centinaia di euro di differenza non sono poche ma qui avrete tutto l’occorrente per lavorare.
Come si comporta e a che serve?
Il suo focus sono i video e questo ve lo dico perché a livello fotografico non mi ha convinto. Gira clip in 4K a 60 fps e il sensore presente a bordo è sfruttato fino all’inverosimile. Troviamo infatti un’unità da 1 pollice che riesce a girare clip in 4K fino a 120 fps per un ralenty di qualità, fluido e definito. A 50 o 60 fps tira fuori il meglio di se e riesce a gestire bene i cambiamenti di luce e ombra, il controsole ed altro. Il sole bruciato non è presente quasi mai. Certo io l’ho testata in pochi giorni dove ha sempre piovuto con il cielo grigio, ma in ambienti controllati si è comportata benissimo.
La pasta dell’immagine mi ha fatto dire: sì, io la userei in un documentario per tantissime scene “rubate”. Voglio dire, la mia camera di battaglia è questa Sony ZV-1 e la Pocket 3 potrebbe benissimo prendere il suo posto. Peccato solo che non sia uscita un anno fa quando stavo per acquistare questa compattina. Io ho amato la DJI soprattutto come vlog-camera e penso che la userei in tutti quei lavori di backstage dove devo tirar fuori un device e girare al volo, senza perdere tempo e senza settare nulla. A volte ho sfruttato l’iPhone ma il mio personale. Con questa camera, ancora più versatile della piccola Sony, sono sicuro che potrei fare la differenza in quei set dove non hai fisicamente tempo a disposizione.
La stabilizzazione è eccellente grazie all’Active Tracker 6.0, com’è ovvio che sia, e l’audio è buono ma preferisco usare il microfono esterno e qui nella Creator Combo lo ho in confezione. Lo accendo e si connette subito. Tuttavia mi sento di dirlo: non lo userete sempre, ne sono sicuro. L’audio di default si comporta bene anche in condizioni critiche e considerate sempre che parliamo di un gadget grande quanto uno smartphone ma due volte più piccolo. Con il telefono, giusto per dire, non ho questa qualità e, se la desidero, devo “riggare” il device e dotarlo dei giusti accessori.
In più è estremamente moderna e si adatta al mondo in cui viviamo: cosa intendo? Semplice, da qui posso avviare live streaming su alcuni social, basta solo configurare il proprio account. Si può usare da remoto e posso muovere il gimbal della camera senza toccare lo strumento, a patto di esser vicino, comunque.È come avere un operatore alle proprie esigenze e necessità, gratis, aggiungo. :D
Infine, si può anche usare come webcam; si utilizza il cavo USB Type-C e il gioco sarà fatto. Qui avrete anche l’autofocus e la camera vi seguirà e c’è lo zoom 2X e il tracking del volto.
La batteria è buona e si può girare oltre 30-35 minuti a 4K a 50 fps, ma servono schede microSD di ultima generazione. Io l’ho provata con una vecchia microSD, e mi è comparso l’avviso che mi dice che la registrazione potrebbe interrompersi a breve. Con il manico aggiuntivo l’autonomia diventa esagerata: quasi 2 ore di registrazione. Si ricarica mediante Type-C o anche con un powerbank (io ne ho uno da 20.000 mAh sempre con me nello zaino, quindi nessun problema).
Cosa non mi è piaciuto?
In primo luogo, le foto: non è una macchina fotografica, meglio il telefono a questo punto. Fine. Nulla da aggiungere. In secondo luogo, non amo l’applicazione esterna DJI Mimo, tant’è che non l’avevo neanche scaricata. Preferisco lavorare in maniera classica: giro e scarico sul Mac a lavoro finito. Certo, l’app è intuitiva e comoda, soprattuto per usare il device principale come schermo aggiuntivo per vedere il resto. Comodo anche se la si vuole scaricare su un tablet; avrete così una regia mobile, fantastica.
Non sono un fanatico della scheda tecnica, pertanto per tutti i dettagli specifici vi rimando al sito ufficiale dell’azienda. Nelle recensioni preferisco dare un punto di vista soggettivo fornendovi esempi pratici di ciò che può essere un utilizzo concreto della camera. Posso solo dirvi che pesa molto più del modello precedente (179 grammi contro 119), ha uno schermo orientabile anche in orizzontale, scatta foto a 9,4 Megapixel e ha perfino il TC. Per i videomaker aggiungo che c’è il D-LogM a 10 bit per fare color correction in post, e il profilo colore HLG.
Ma a chi si rivolge questa camera? Potrei dire ai content creator avanzati, a chi fa produzione video e si trova spesso a fare riprese “rubate” in set o in reportage, a chi fa vlog per YouTube e non solo, a chi va ad eventi e alle fiere in solitaria e deve portare a casa il lavoro senza perdere tempo, in agilità e velocità. È pronta per i social ma è anche estremamente versatile come C-cam, come la chiamo io. Sicuramente non la consiglierei a chi vuole un’action cam (questo è tutt’altro prodotto) o a chi desidera un prodotto con cui filmare le vacanze, visto il costo elevato, ma qui è un mio parere. Fatemi sapere voi i vostri punti di vista. Se la volete comprare, qui c’è il link diretto.