Il servizio Beeper, nato nel 2020, si è proposto come soluzione all’integrazione di varie app di messaggistica, unificando Slack, i messaggi diretti di Instagram, Facebook, WhatsApp e altri ancora in un unico canale. Eric Migicovsky, fondatore dell’azienda e noto per Pebble, il pioniere degli smartwatch, ha avviato Beeper per affrontare la “morte dell’innovazione nelle chat“. Ma le grandi aziende detengono il controllo delle chat, con WhatsApp di Meta al vertice, seguito da Facebook Messenger e dalla cinese WeChat.
WhatsApp ha raggiunto una diffusione globale, ma negli Stati Uniti, l’iPhone, rappresentante circa il 54% del mercato, ha portato iMessage ad essere l’app di messaggistica prevalente. La distinzione tra “bolle verdi” per i messaggi Android e “bolle blu” per gli utenti Apple è diventata un fenomeno noto come “green bubble effect“. Questa differenziazione, seppur meno rilevante in Italia, è spesso percepita come un segno di status negli Stati Uniti, causando occasionalmente sensazioni di isolamento e bullismo.
Apple ha capitalizzato su questa disparità per attirare nuovi utenti, enfatizzando le bolle verdi come messaggi di qualità inferiore. Anche se Apple ha annunciato l’abbandono dei messaggi SMS per gli utenti Android, la distinzione persiste. Beeper ha cercato di risolvere questa divisione con Beeper Mini
, un servizio a abbonamento lanciato a dicembre 2023, in collaborazione con un hacker adolescente, James Gill. Il servizio, basato su una nuova tecnica, è stato rapidamente bloccato da Apple per motivi di sicurezza.Le critiche a Apple sono aumentate, sostenendo che la mancanza di iMessage su Android impedisce una comunicazione sicura. La senatrice statunitense Elizabeth Warren ha accusato i dirigenti delle Big Tech di proteggere i loro profitti a spese della concorrenza. Nel contesto di richiami antitrust, il dipartimento di Giustizia statunitense sta esaminando le pratiche di Apple.
Apple ha sempre rifiutato lo sviluppo di iMessage per Android, sostenendo la tutela della privacy e sicurezza degli utenti. Le prove interne però dimostrano che nel 2013, Apple considerò la possibilità di portare iMessage su Android ma rifiutò l’idea. Mentre i processi legali tra Apple e altre aziende tech continuano, la mancanza di apertura di Apple rispetto a Google sembra favorire la prima.
Il futuro di iMessage e la sua disponibilità su Android sono al centro di una crescente pressione. L’apertura di protocolli “tap-and-go” potrebbe essere un segno di cambiamento, anche se Apple continua a sostenere la sua posizione chiusa. Mentre la concorrenza e la trasparenza diventano questioni sempre più importanti, la vicenda di iMessage solleva interrogativi sull’equilibrio tra protezione della privacy, sicurezza e apertura del mercato.