Il 2023 ha segnato un tragico record, posizionandosi ufficialmente come l’anno più caldo mai registrato sulla Terra, superando persino il primato stabilito nel 2016. Questo non è solo un dato allarmante, ma è anche il primo anno in cui il nostro pianeta si è avvicinato pericolosamente al limite di 1.5°C rispetto alla media preindustriale (1850-1900). Gli esperti, tra cui l’ex climatologo della NASA James Hansen, avanzano una previsione ancora più inquietante per il 2024. L’umanità sperimenterà, per la prima volta, un riscaldamento globale oltre la soglia critica dei 1.5°C.
Questo allarme trasforma in realtà le preoccupazioni da tempo esposte dagli scienziati del clima.
L’accordo di Parigi del 2015, aveva fissato il limite di 1.5°C come obiettivo cruciale
per evitare conseguenze irreversibili per la Terra. Nonostante questo, il superamento di questa soglia nel 2024 potrebbe rappresentare una svolta cruciale, offrendo una prospettiva inedita su come sarà vivere in un mondo riscaldato di 1.5°C.Le implicazioni di questa crescita termica non si limitano alle statistiche. Gli ecosistemi, con particolare riferimento alle barriere coralline tropicali, saranno fra i più colpiti da questo aumento delle temperature. Questi habitat, ricchi di biodiversità e composti da una rete intricata di organismi marini, rischiano di subire danni irreparabili. Il 2024 potrebbe diventare una tappa cruciale per la consapevolezza ambientale e l’azione globale in risposta a questa emergenza climatica. Insomma, la situazione sta letteralmente peggiorando a vista d’occhio, è necessario attuare il prima possibile azioni preventive. Prima che sia troppo tardi.