La crescente preoccupazione per la crisi nel settore dei videogiochi ha portato alla luce diverse prospettive e strategie per affrontare le sfide che le aziende di sviluppo e i publisher stanno attualmente affrontando. In mezzo a questo panorama complesso, Prince of Persia: The Lost Crown di Ubisoft Montpellier emerge come un potenziale antidoto alla crisi dei tripla A.
Nonostante le iniziali perplessità dovute alle prime impressioni non particolarmente entusiasmanti, The Lost Crown ha dimostrato di essere un metroidvania ben progettato, capace di offrire una significativa esperienza di gioco. Questo solleva la questione se questo titolo possa fungere da esempio per le aziende del settore, come Ubisoft e altre. Queste ultime, infatti, cercano di superare la crisi in corso, caratterizzata da licenziamenti e da un modello tripla A sempre più insostenibile.
In linea con le considerazioni di esperti come Joshua Sawyer sul necessario adottare un “modello Pentiment”
per superare la crisi, potrebbe essere giunto il momento di un cambio di paradigma nell’industria dei videogiochi. Potrebbe essere benefico vedere più produzioni come Prince of Persia: The Lost Crown, con cicli di sviluppo più contenuti. Cicli che permettano alle menti creative delle aziende di sperimentare soluzioni narrative e di gameplay originali.