Una visione del futuro con Betavolt e dei suoi piani per batterie atomiche più potenti
Una visione del futuro con Betavolt e dei suoi piani per batterie atomiche più potenti

La startup con sede a Pechino, Betavolt, ha sollevato il velo su una tecnologia rivoluzionaria: una batteria atomica miniaturizzata chiamata BV100, che promette di generare elettricità per un incredibile arco temporale di cinquant’anni senza la necessità di ricarica. Questo dispositivo, dalle dimensioni di una piccola moneta, apre la porta a un futuro in cui dispositivi come gli smartphone potrebbero funzionare in modo autonomo per decenni.

 

Cinquant’anni di elettricità senza ricarica

Il funzionamento della BV100 è alimentato dal decadimento radioattivo dell’isotopo di nichel, il nichel-63, posizionato tra gli strati di lamine di un semiconduttore di diamante monocristallino, spesso solo 10 micron. Con una capacità di stoccaggio di 3.300 megawattora, questa batteria vanta una densità energetica oltre dieci volte superiore rispetto alle batterie al litio tradizionali.

Betavolt sostiene che la BV100 possa mantenere la sua potenza per un mezzo secolo senza richiedere ricariche o manutenzione. Anche se le sue dimensioni sono contenute, misurando 15 x 15 x 15 millimetri, la batteria presenta una potenza di 100 microwatt e una tensione di 3 volt. La sua capacità attuale, tuttavia,  potrebbe non essere sufficiente per alimentare direttamente dispositivi elettronici come gli smartphone.

L’azienda suggerisce l’opzione di utilizzare diverse batterie in serie o in parallelo per alimentare dispositivi più esigenti. Nonostante la potenziale preoccupazione legata a portare con sé una capsula di decadimento radioattivo, Betavolt assicura che la batteria sia “assolutamente sicura“. In effetti, l’azienda contempla l’impiego di questa tecnologia per alimentare dispositivi medici critici, come pacemaker e cuori artificiali.

 

Betavolt BV100 contro le batterie al litio

Una caratteristica rassicurante è la mancanza di radiazione esterna, distinguendo la BV100 dalle tradizionali batterie termonucleari, finora riservate all’ingegneria aerospaziale. Le sonde Voyager, lanciate nel 1977, rappresentano un esempio di questa tecnologia nucleare, poiché sono alimentate da batterie nucleari sviluppate durante la Guerra Fredda e sono ancora operative, solcando la periferia del Sistema Solare.

Attualmente in fase pilota, Betavolt prevede di avviare la produzione su larga scala della BV100. Guardando al futuro, l’azienda mira a sviluppare batterie più potenti, esplorando l’utilizzo di diversi isotopi radioattivi. La prospettiva di lanciare una batteria con una potenza di 1 watt nel 2025 è parte della loro visione, con la speranza che, con il tempo, le pile atomiche possano eliminare la necessità di ricaricare dispositivi come i telefoni cellulari, consentendo voli continuativi per droni con una durata superiore ai tradizionali 15 minuti. L’avvento di queste tecnologie introduce una nuova fase di innovazione e autonomia nell’ambito delle batterie atomiche, aprendo scenari futuri in cui l’energia potrebbe essere un bene virtualmente inesauribile.

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