News

Scoperta italiana su Marte: Ghiaccio sotto il deserto rosso

Recenti rilevamenti effettuati con il radar italiano Marsis hanno portato a una straordinaria scoperta sul pianeta Marte. Nella vasta regione geologica di Medusae Fossae, una delle zone più enigmatiche lungo l’equatore marziano, i dati raccolti indicano la presenza di imponenti strati di ghiaccio situati fino a 3.7 chilometri sotto la superficie. Questa sorprendente scoperta, derivante da un lavoro congiunto tra la Sapienza Università di Roma, il Jet Propulsion Laboratory della NASA e l’Università dell’Iowa, potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del pianeta rosso.

Il radar italiano rivela nuove prospettive per l’esplorazione e la comprensione di Marte

Quando la sonda Mars Express individuò depositi misteriosi su Marte oltre 15 anni fa, l’origine di questi materiali rimase incerta. Ma il nuovo studio ha utilizzato il radar Marsis per penetrare nel sottosuolo marziano e ha rivelato che questi depositi potrebbero costituire un vasto accumulo di ghiaccio. Con una profondità maggiore di quanto inizialmente stimato, questo diventa il più grande deposito d’acqua

mai rilevato nella regione.

La ricerca, guidata da Thomas Watters della Smithsonian Institution, pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, dimostra l’importanza di approfondire la conoscenza del sottosuolo marziano. I depositi di Medusae Fossae, costituiti da strati di polvere e ghiaccio, coperti da uno strato protettivo di polvere secca o cenere, potrebbero fornire informazioni preziose sulla storia climatica di Marte.

Si tratta di un nuovo scenario che apre nuove prospettive per le future missioni spaziali su Marte. Anche se i depositi sono attualmente ancora inaccessibili a causa dello spesso strato di polvere che li ricopre, la scoperta del ghiaccio in questa regione equatoriale diventa essenziale per eventuali missioni umane sul pianeta rosso. La necessità di comprendere la distribuzione del ghiaccio sulla superficie di Marte non solo aiuta a delineare il suo passato idrico, ma può essere cruciale per le risorse necessarie per l’esplorazione umana nel prossimo futuro.

Condividi
Pubblicato da
Ilenia Violante