OpenAI, il chatbot più temuto è entrato nelle università

Mentre Sam Altman, CEO di OpenAI, discute a Davos sui rischi e le opportunità dell’intelligenza artificiale, la sua azienda si impegna in un progetto pilota di grande rilevanza educativa. In una svolta significativa, OpenAI collabora con l’Arizona State University (ASU) per integrare ChatGPT nell’ambiente accademico, spostando il focus dal timore all’utilizzo pratico e innovativo di questa tecnologia.

OpenAI: rivoluzione o rischio per la tua privacy?

La partnership tra OpenAI e ASU è stata dettagliata in una recente press release, che delinea il progetto pilota mirato all’impiego di ChatGPT Enterprise, la versione aziendale del popolare chatbot, nell’ambiente scolastico. Secondo le informazioni divulgate, l’ASU prevede di implementare ChatGPT in tre ambiti cruciali: l’incremento del successo studentesco, lo sviluppo di nuovi metodi per l’innovazione nella ricerca accademica e l’ottimizzazione dei processi organizzativi.

Kyle Bowen, Chief Information Officer dell’ASU, ha affermato che il personale dell’università aveva già cominciato ad usare ChatGPT, e che la versione Enterprise ha risolto molte delle loro preoccupazioni in termini di sicurezza. Questo ha incoraggiato un dialogo più stretto con OpenAI.

L’ASU è riconosciuta come una delle principali università nella ricerca sull’intelligenza artificiale negli USA. Anne Jones, Vice-rettrice dell’ASU, ha rivelato che alcuni docenti impiegano già da tempo l’intelligenza artificiale generativa nei loro corsi. In particolare, strumenti di IA sono stati utilizzati nei corsi di giornalismo per la creazione di contenuti multimediali. Questo avviene in un contesto in cui OpenAI affronta questioni legali, come la causa intentata dal New York Times per l’uso improprio dei propri articoli.

La ASU intende coinvolgere attivamente gli studenti nel processo di integrazione di ChatGPT, iniziando a raccogliere i loro suggerimenti da febbraio. Jones ha sottolineato l’importanza dell’apertura verso la tecnologia nell’ambito accademico, ribadendo l’intento dell’università di contribuire a definire i modi in cui queste tecnologie possono essere applicate nell’educazione per promuovere il pensiero critico e innovativo.

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