Nella nostra quotidianità sempre più influenzata da dispositivi elettronici, la ricarica di essi diventa una vera e propria seccatura. A questo problema pone un rimedio Betavolt, creando una batteria con 50 anni di autonomia. Eliminando così ricariche e manutenzioni.
Si tratta di una batteria nucleare che fa cento passi avanti per quanto riguarda la miniaturizzazione dell’energia atomica. Probabilmente sarà presente nei dispositivi di uso quotidiano come smartphone e droni.
Secondo Betavolt, questa novità, potrebbe influenzare vari settori. Ad esempio potrà essere utilizzata nei campi aereospaziali, medici, nella robotica e addirittura per quanto riguarda la dispendiosissima IA .
Questa nuova batteria vanta una potenza di 100 microwatt e una tensione di 3V
, ma, entro il 2025 l’azienda punta a produrre batterie da almeno 1 wattLa batteria funziona grazie alla conversione dell’energia rilasciata dalla rottura degli isotopi. Un processo sviluppato per esigenze di vario tipo, come sistemi subacquei e stazioni scientifiche remote. Questa tecnologia venne abbandonata per il suo eccessivo ingombro.
Sicuramente, trattandosi di un prodotto costituito con elementi radioattivi, è lecito domandarsi se questa tecnologia sia sicura o no. Betavolt ci assicura che il materiale è sigillato in una custodia protettiva, in modo tale da evitare radiazioni e eventuali danni fisici al prodotto. Altro punto importante è quello della sostenibilità; L’azienda produttrice afferma che le batterie, una volta arrivate alla fine del loro ciclo di vita, costituiscono un danno ambientale minimo.
Sicuramente si tratta di un passo molto importante per il mondo dell’ elettronica e della scienza in generale. Si sta parlando comunque di un dispositivo che contiene elementi radioattivi, perciò bisogna procedere con molta cautela prima di inserire un prodotto del genere nel nostro quotidiano. Dunque, per le informazioni che abbiamo ora, questa mega batteria con 50 anni di autonomia risulta come il vino che un oste sta cercando di venderci.