Annunciato ormai nel lontano novembre 2019, il Cybertruck continua a far parlare di sé. Sarà la sua forma poligonale, sarà che è un veicolo elettrico targato Tesla o sarà per il suo CEO eccentrico, comunque ancora se ne parla. Anche se stavolta c’è’ un risvolto negativo. Infatti potremmo non vederlo mai sulle strade europee, perché?
La prima cosa che salta all’occhio quando si osserva questo veicolo è la sua forma spigolosa, il colore grigiastro dell’acciaio e la sua enorme grandezza. A quanto pare sono proprio queste le caratteristiche che lo renderebbero non circolabile in Europa, amministrata da leggi e regolamentazioni più severe. Innanzitutto gli spigoli del Cybertruck potrebbero essere pericolosi in caso di impatto a civili e pedoni. Inoltre anche l’acciaio usato non è ammesso, che in quanto inossidabile è più resistente e si deforma di meno, causando estremi danni nello sfortunato caso di un incidente.
Un’altro problema è la sua grandezza. Le strade Europee, al contrario delle Americane, non riuscirebbero a gestire i 6 metri di lunghezza del Cybertruck, causando problemi alla circolazione. Un’ultima complicazione riguarda il peso, che nel modello dual-motor potrebbe oltrepassare il limite della patente B e il bisogno di una patente di categoria superiore. Un piccolo problema minore è lo standard delle prese di alimentazione Americane che differiscono da quelle Europee. In questo caso però un normale adattatore risolverebbe il problema.
Vedremo mai il Tesla Cybertruck in Europa?
Ci sono diverse strade che Tesla può scegliere per la risoluzione del problema. Una di queste e’ che l’azienda adegui il Cybertruck alle normative Europee, ad esempio cambiando l’acciaio, rimuovendo gli spigoli e diminuendo la lunghezza del veicolo. Questa soluzione consentirebbe a Tesla di vendere liberamente il Cybertruck che però perderebbe le caratteristiche che lo rendono così accattivante. Nonostante le limitazioni burocratiche, è possibile trovare il Cybertruck in Europa grazie alle normative IVA(Individual Vehicle Approval) che consentirebbero, pagata una salata tassa, ad alcuni proprietari di circolare con il veicolo bloccato.