Ieri sono trascorsi 40 anni dal lancio del primo Mac, un evento storico che ha segnato la transizione dalla riga di comando all’interfaccia 2D. Oggi, Tim Cook si trova di fronte a una sfida monumentale: replicare il successo di Steve Jobs del 24 gennaio 1984, guidando il mondo dalle tradizionali interfacce 3D al “spatial computing.”
Oltre potenza e design, l’idea dietro al Mac
Il Mac, festeggiando i suoi quarant’anni, ha rappresentato più di un semplice computer per Apple; è stato il precursore di un approccio di pensiero guidato da Steve Jobs che continua a permeare ogni prodotto dell’azienda di Cupertino. Ogni vendita di un Mac non implica solo la cessione di potenza e design, ma soprattutto l’offerta di un’esperienza d’uso unica.
Nel panorama informatico dell’epoca, il Mac ha rivoluzionato il concetto di accessibilità, diventando il primo computer progettato per essere utilizzato da tutti. È stato un pioniere dell’accessibilità by design firmato Apple. Introdurre un’interfaccia bidimensionale è stato uno spartiacque: l’utente, anziché inserire righe di codice, ha iniziato a interagire con uno spazio più ampio, sfruttando nuovi dispositivi di input come il mouse.
La storia del Mac è legata all’intuizione di Steve Jobs, che, ispirandosi al centro di ricerca Xerox Palo Alto Research Center, trasformò idee embrionali in un sistema operativo a finestre. La storia di Apple, guidata da Jobs, ha sfornato prodotti rivoluzionari come iPod, iPhone, e iPad, ma senza il Mac e le idee ad esso associate, l’azienda sarebbe stata radicalmente diversa. Paradossalmente, potremmo non avere neanche una Apple. Non ci sarebbe nemmeno un CEO di nome Tim Cook, che, esattamente 40 anni dopo il lancio del Mac, si prepara a vivere la sua sfida più difficile.
Spatial Computing di Apple
Il 2 febbraio, gli utenti americani che hanno ordinato il Vision Pro potranno sperimentare il progetto più costoso dell’era Cook. Non è solo un visore, ma un tentativo, dopo 40 anni, di ridefinire il concetto di personal computer per il futuro.
Passando dall’interfaccia 2D all’interfaccia spaziale, progettata per portare le persone in un futuro immaginato da film come Matrix o Ready Player One, Apple sfida il concetto tradizionale di computing. Se il primo Vision Pro ha ricevuto critiche miste per il suo peso, durata della batteria e prezzo elevato, è simile alle reazioni negative ricevute dal primo Mac negli anni ’80.
Nonostante le critiche iniziali, il Mac ha rivoluzionato il mondo informatico, diventando un punto di riferimento. Allo stesso modo, il Vision Pro potrebbe essere il pionieristico inizio di un nuovo capitolo nel computing. Spatial computing, con la sua enfasi su comandi vocali e movimenti, potrebbe plasmare il futuro dell’interazione uomo-computer. Il progresso e l’evoluzione dell’interfaccia ci indicano che, mentre l’idea rimane, il dispositivo si trasforma.