A oltre 30 anni dal referendum che ha portato alla chiusura delle centrali nucleari in Italia, l’energia atomica sta facendo un ritorno nel dibattito energetico del paese. Il governo italiano, guidato dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, sta progettando un piano nazionale per la produzione di energia attraverso i piccoli reattori nucleari, noti come Small Modular Reactors (SMR).
I SMR sono reattori a fissione nucleare che producono meno energia rispetto alle tradizionali centrali nucleari di terza generazione, generalmente entro i 300 megawatt. Presentano però una serie di vantaggi che potrebbero rendere l’energia nucleare una valida alleata nella lotta contro la crisi climatica e nella riduzione dei deficit energetici del paese. Il ministro Pichetto Fratin ha sottolineato i costi ridotti, i tempi più rapidi per l’entrata in funzione, una maggiore sicurezza e un quantitativo limitato di suolo occupato come i principali benefici di questi piccoli reattori.
I SMR sono progettati con dimensioni più compatte, con un output di energia ridotto rispetto ai reattori nucleari convenzionali.
I reattori nucleari possono essere di diverse dimensioni
Il ministro Pichetto Fratin ha annunciato che il piano nazionale prevede la disponibilità dei primi SMR in Italia entro 6 o 7 anni. La potenza di questi reattori potrebbe coprire una parte significativa del fabbisogno energetico del paese, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili importati. In teoria, gli SMR potrebbero contribuire a coprire circa 1/4 o 1/3 del consumo energetico nazionale.
La discussione sulla sicurezza delle centrali nucleari è un elemento chiave nel nostro Paese. A tal proposito, alcuni sostenitori degli SMR sottolineano che non c’è contaminazione all’esterno e che è possibile misurare la radioattività con contatori Geiger. La sicurezza è un aspetto fondamentale nella progettazione di questi reattori, che sono sicuri grazie alla loro dimensione ridotta e alla regolazione della reazione a catena.
Insomma, il ritorno dell’energia nucleare in Italia attraverso i piccoli reattori modulari potrebbe rappresentare un passo significativo verso la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Riducendo l’impatto ambientale e contribuendo alla transizione verso fonti energetiche più sostenibili.