Un recente studio condotto dall’Università di Pisa e dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR ha analizzato il consumo energetico di smartphone e dispositivi Internet of Things (IoT) in relazione ai diversi protocolli HTTP utilizzati per la trasmissione dei dati sul web. I risultati, pubblicati sulla rivista “Pervasive and Mobile Computing” rivelano che i device più recenti non sempre si dimostrano i più vantaggiosi dal punto di vista energetico.
Attualmente, le tre versioni principali del protocollo HTTP, HTTP/1.1, HTTP/2, e la più recente HTTP/3 differiscono in modo sostanziale tra di loro anche per quanto riguarda le prestazioni energetiche. Lo studio evidenzia che in alcuni scenari, HTTP/3 può consumare fino al 30% in più di energia, soprattutto quando i dati da trasferire sono numerosi. Al contrario, consuma meno rispetto alle versioni precedenti quando la quantità di dati è limitata.
Lo studio approfondito sui protocolli HTTP e IOT
L’Internet delle Cose (IoT) si riferisce a una rete interconnessa di dispositivi fisici, veicoli, elettronica, sensori, software e reti di connessione. Questi oggetti sono in grado di raccogliere e scambiare dati attraverso la connettività Internet, consentendo loro di interagire e collaborare. L’obiettivo dell’IoT è spesso migliorare l’efficienza operativa, fornire nuovi servizi o funzionalità e, in generale, facilitare una maggiore automazione in vari settori, come la salute, la casa intelligente, l’industria, l’agricoltura e altro ancora. Il suo utilizzo può contribuire a raccogliere informazioni in tempo reale, ottimizzare processi e migliorare la presa di decisioni basata sui dati.
Il protocollo HTTP è ampiamente utilizzato nelle reti informatiche, compresa la comunicazione tra dispositivi IoT come sensori o sistemi di domotica. Questo studio mette in luce l’importanza di considerare il consumo energetico, specialmente nell’ambito dell’Internet delle Cose, dove molti dispositivi sono alimentati a batteria. Risparmiare energia può significativamente prolungare la durata della batteria di questi dispositivi, con impatti positivi sulla sostenibilità e l’usabilità.
La ricerca è stata condotta all’interno del contesto di Future-Oriented REsearch LABoratory (FoReLab), un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MiUR) con il programma Dipartimenti di Eccellenza. Lo studio non solo fornisce indicazioni pratiche per chi progetta sistemi basati su smartphone e dispositivi IoT, ma apre anche nuovi scenari di ricerca scientifica, come lo studio di algoritmi intelligenti per ottimizzare ulteriormente l’efficienza energetica in queste tecnologie in evoluzione.