Il cuore del progetto ITER è il reattore a fusione nucleare. Un dispositivo concepito per dimostrare la possibilità di utilizzare la fusione nucleare su scala industriale. La fusione nucleare è un processo in cui due nuclei atomici leggeri si combinano per formare un nucleo più pesante, liberando una quantità incredibile di energia. Questo fenomeno è simile a quanto accade nel Sole, dove l’energia viene generata dalla fusione degli atomi di idrogeno.
Il metodo scelto da ITER è la fusione a confinamento magnetico. In questa tecnica, una grande camera contenente una piccola quantità di combustibile viene riscaldata a temperature estreme (150 milioni di gradi), provocando la fusione di deuterio e trizio. La macchina sfrutta il tokamak
, una struttura toroidale che confina la reazione a fusione attraverso un campo elettromagnetico. Questo dispositivo è progettato per superare la repulsione elettromagnetica tra gli atomi, richiedendo temperature astronomiche per innescare la reazione.Nel tokamak di ITER, le particelle cariche vengono confinate da un campo magnetico mentre i neutroni energetici generati colpiscono la parete della camera, trasferendo calore. L’acqua che circola dietro la parete si trasforma in vapore, il quale, in teoria, aziona una turbina per produrre energia elettrica. Questo processo potrebbe aprire le porte a una fonte di energia pulita ed illimitata, simile a quella prodotta dal Sole.
Nonostante le sfide riscontrate dagli scienziati attivi in questo progetto, tra cui ritardi e costi crescenti, l’ITER rappresenta un progetto di vitale importanza. La sua realizzazione ci avvicina sempre di più a un futuro in cui l’energia pulita e illimitata non sarà più un sogno. La ricerca e lo sviluppo nel campo della fusione nucleare presso l’ITER gettano le basi per una rivoluzione silenziosa, ma potente, che potrebbe trasformare radicalmente il nostro approccio alla produzione energetica, aprendo la strada a un mondo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.