Il tumulto ha avvolto Europcar a seguito delle affermazioni di un utente, il quale ha affermato di aver compromesso i dati di oltre 48 milioni di individui attraverso un presunto attacco informatico. La controversia ha trovato spazio su un forum di hacking, dove l’utente ha condiviso informazioni sensibili di 31 presunti clienti, compresi nomi, indirizzi, date di nascita e numeri di patente di guida. Europcar ha risposto prontamente negando l’accaduto, dichiarando di non aver subito alcuna violazione e attribuendo la diffusione dei dati a una falsificazione, sostenendo che potrebbero essere stati generati da ChatGpt.
Troy Hunt di Have I Been Pwned ha sollevato la questione della legittimità dei dati, evidenziando che gli indirizzi email e i nomi utente non corrispondono alle persone coinvolte, e che molti degli indirizzi pubblicati risultano inesistenti
.La dichiarazione di Europcar ha generato un dibattito sull’eventuale coinvolgimento di un’intelligenza artificiale nella creazione di dati contraffatti. Hunt sembra però discordare da questa ipotesi, suggerendo che l’inclusione di ChatGpt potrebbe essere dettata più dalla sua popolarità che dalla sua effettiva partecipazione nella creazione di dati falsi. Hunt sottolinea che l’invenzione di violazioni di dati è spesso finalizzata alla ricerca di notorietà o a scopi pubblicitari, piuttosto che a compiere attività criminali concrete.
TechCrunch ha riferito inoltre che ChatGpt afferma di non poter contribuire a “creare o promuovere attività illegali o non etiche” quando gli utenti chiedono di generare dati personali falsi rubati. Ciò solleva ulteriori interrogativi su come l’utente sia riuscito a eludere i termini di servizio del chatbot per generare dati falsi rubati. Questo episodio evidenzia le sfide e le questioni etiche legate all’impiego delle intelligenze artificiali in contesti potenzialmente dannosi.