La polmonite interstiziale è una condizione tipica di molte infezioni virali, comprese quelle causate da agenti come il Coronavirus e l’influenza, ma anche il virus respiratorio sinciziale, particolarmente rischioso per i neonati con un’elevata mortalità associata. Questa patologia coinvolge il tessuto connettivo che sostiene bronchi, vasi e alveoli polmonari, noto come “interstizio“.
Durante un’infiammazione intensa, come nel caso della polmonite, accompagnata da una risposta immunitaria esagerata, si verifica un aumento significativo di questo tessuto connettivo interstiziale. Ciò riduce l’efficienza degli scambi gassosi nei polmoni, rendendo più difficile il passaggio di gas tra gli alveoli e il sangue.
I sintomi della polmonite interstiziale includono una diminuzione dell’ossigenazione del sangue, manifestata dalla dispnea e dalla sensazione di mancanza di fiato, sia durante l’attività fisica che a riposo. La tosse persistente, febbre sopra i 38 gradi e dolori toracici sono anche comuni. La sovrainfezione batterica può portare a un abbondante catarro colorato, segnalando ulteriori complicazioni.
La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’auscultazione del torace e sulla misurazione dell’ossigenazione del sangue, mentre la conferma viene dalla radiografia del torace
o, più accuratamente, dalla TC del torace.La polmonite interstiziale può associarsi a disturbi del gusto e dell’odorato, presenti in circa il 50% dei casi, caratteristica rara nella sindrome influenzale, a meno che non sia presente poliposi nasale.
La TC del torace è essenziale per la verifica accurata della patologia, in quanto consente di visualizzare la fibrosi interstiziale e eventuali embolie polmonari. Recentemente, i cardiologi hanno evidenziato che l’interazione con la tromboembolia può aumentare la mortalità, soprattutto negli anziani o in presenza di patologie preesistenti.
La polmonite interstiziale causata dal Covid-19 può scatenare una risposta immunitaria esagerata, portando a fibrosi interstiziale e microembolie/trombosi vascolari polmonari. Fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico, particelle PM 10 – 2,5, noto come smog, possono irritare le vie respiratorie, predisponendo all’infezione.
La prevenzione è fondamentale e si basa su vaccinazioni, distanziamento sociale, uso di mascherine e guanti monouso, igiene delle mani e adeguata aerazione degli ambienti. Le vaccinazioni contro l’influenza e lo pneumococco offrono una protezione aggiuntiva. Alcuni fattori, come l’età avanzata e alcune patologie preesistenti, possono aggravare la condizione, mentre l’asma e la BPCO, se gestite correttamente, sembrano non costituire fattori di rischio significativi.