Il Nokia 3310, un’icona dei telefoni cellulari precedenti all’era degli smartphone, ha raggiunto un impressionante numero di vendite pari a 126 milioni di unità sin dal suo lancio nel 2000. Sebbene oggi sembri appartenere a un’epoca lontana, con il suo display in bianco e nero e l’assenza di connettività Internet e app come Facebook e WhatsApp, questo gioiellino del passato ha goduto di un notevole successo commerciale. Anche il primo modello di iPhone di prima generazione ha attirato l’attenzione, con un esemplare venduto all’asta per la cifra strabiliante di 170.000 euro. Ma non è l’unico dispositivo dal valore spropositato.
Il fenomeno che coinvolge il Nokia 3310 e altri modelli di telefoni cellulari vintage è diventato sempre più evidente negli ultimi anni. In molte aste online, è possibile trovare esemplari ancora imballati di questo modello venduti a cifre che possono raggiungere i 400 euro, nonostante la disponibilità di una nuova versione del Nokia 3310 lanciata nel 2017, con connettività 4G e supporto a WhatsApp.
Altri telefoni cellulari storici, noti come “feature phone”, stanno vivendo una rinascita sul mercato. Il Motorola StarTAC
del 1996, ad esempio, può essere venduto a prezzi vicini ai 200 euro, soprattutto se si tratta della versione con schermo a LED rossi. Il Nokia 9110i Communicator, con la sua tastiera QWERTY fisica e la funzionalità di invio di fax, può valere tra gli 800 e 1.000 euro se si trova in condizioni perfette con la confezione originale e gli accessori.Anche alcuni modelli di smartphone storici stanno guadagnando valore nel mercato vintage. L’iPhone 2G, il primo modello di iPhone presentato da Steve Jobs nel 2007, può essere venduto a cifre elevate, come dimostrato da un esemplare sigillato venduto su eBay per 20.000 euro. L’HTC One M7 del 2013, con la sua scocca in alluminio, può valere più di 500 euro, nonostante l’azienda HTC sia ormai quasi scomparsa dal settore dei telefoni cellulari. Anche il Google Nexus 6P, prodotto da Huawei nel 2015, può essere trovato nelle aste online a cifre che si avvicinano ai 500 euro, diventando un simbolo della storia dei dispositivi Google prodotti da terze parti.