È arrivato un accordo provvisorio da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio in merito al diritto alla riparazione. Le direttive prevedono la volontà di incentivare la riparazione di beni difettosi o rutti, senza ricorrere a quelli nuovi.
Queste sono le dichiarazioni che sono state rilasciate da parte del Belgian State Secretary for the Budget and Consumer Protection, Alexia Bertrand:
“L’accordo concluso oggi in Europa evidenzia chiaramente la scelta di privilegiare la riparazione rispetto allo smaltimento. Facilitando il processo di riparazione dei prodotti, non solo conferiamo una nuova vitalità agli oggetti, ma contribuiamo anche a generare nuovi posti di lavoro qualificati, a ridurre i rifiuti, a diminuire la dipendenza da materie prime straniere e a preservare l’ambiente.”
Un piano per incentivare la riparazione
La gente in media tende a buttare via un bene che non funziona più che peraltro risulta fuori garanzia. Ripararlo invece potrebbe essere utile ed è proprio per questo motivo che l’UE sta cercando di cambiare le abitudini, incentivando le riparazioni e cercando di sfruttare la percentuale del 77% dei cittadini che in Europa sarebbero disposti a riparare.
Sono diversi gli strumenti utili per riuscire a raggiungere l’obiettivo, e tra questi c’è sicuramente quello di chiedere la riparazione. Basterebbe chiedere al produttore di riparare il prodotto rotto, risparmiando così tanti soldi siccome la riparazione costa meno di acquistare ad esempio una nuova lavatrice, uno smartphone e quant’altro.
L’altro strumento consiste in un modulo standardizzato con il quale riparatori potranno fornire informazioni utili come i tempi di riparazione, i prodotti sostitutivi o i costi richiesti.
Si pensa anche ad una piattaforma online di riparazione gestita in Europa e non solo nei singoli paesi. In questo modo la distanza tra chi ripara e chi attende la riparazione, si ridurrà sensibilmente. Si punta anche a 12 mesi di estensione del periodo di garanzia.