L’era moderna ci ha catapultato in un mondo in cui la percezione dell’AI generativa come baluardo dell’evoluzione umana ha spesso offuscato una realtà meno esaltante. Infatti, l’intelligenza artificiale comporta anche un impatto energetico devastante. Con l’attenzione costantemente catturata dalla prospettiva di un futuro di conoscenza illimitata, ci si è trovati impreparati di fronte all’esplosione della domanda elettrica dell’intelligenza artificiale.
Secondo un rapporto recente dell’Agenzia per l’Energia, il consumo di elettricità da parte dei data center AI potrebbe crescere in modo esponenziale. Addirittura, si parla di un possibile raddoppio entro il 2026. I data center, in particolare, giocano un ruolo fondamentale in questa crescita esponenziale della domanda energetica. Attualmente, il loro consumo di elettricità globale si aggira intorno ai 460 terawattora, ma si prevede che possa superare i 1.000 TWh entro il 2026, equivalente al consumo elettrico del Giappone. È importante mettere in evidenza che normative aggiornate e miglioramenti tecnologici potrebbero mitigare questo aumento esponenziale del consumo energetico.
Il consumo energetico dell’AI
Un confronto significativo è stato tracciato tra la richiesta energetica media per una ricerca su Google e quella necessaria per una ricerca su ChatGPT. Mentre una ricerca su Google richiede appena 0,3 Wh, una su ChatGPT richiede notevolmente di più, con un consumo medio di 2,9 Wh. Con circa 9 miliardi di ricerche giornaliere, questa discrepanza comporterebbe un fabbisogno energetico aggiuntivo di quasi 10 TWh all’anno.
Le ricerche più recenti sottolineano ulteriormente l’impatto dell’uso massiccio di tecnologie AI sui consumi energetici. Uno studio condotto da Alex de Vries, esperto nel campo, ha evidenziato che il 95% del mercato dei server AI è attualmente dominato da NVIDIA. Stimando che entro il 2027 saranno spediti 1,5 milioni di tali server all’anno, il loro pieno funzionamento richiederebbe un consumo energetico compreso tra gli 85,4 e i 134 TWh. Queste cifre equivarrebbero all’energia consumata da interi paesi come la Svezia o la Germania.
L’uso intensivo di AI si basa su modelli complessi che richiedono una grande quantità di energia per il loro sviluppo e utilizzo. Questi modelli vengono creati attraverso un processo di addestramento offline e un utilizzo predittivo online, entrambi gestiti da potenti data center, noti per essere tra le strutture più esose in termini di consumo energetico. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti stima che il consumo energetico per metro quadrato di questi data center sia da 10 a 50 volte superiore rispetto a quello di un edificio commerciale standard, contribuendo così al 2% di tutto il consumo energetico del paese.
Intervenire per ridurre l’impatto dell’AI nel settore ambientale ed economico è dunque fondamentale per salvaguardare la sicurezza del mercato energetico e la salute del nostro pianeta.