mercoledì, Aprile 2, 2025

Apple Vision Pro, utenti delusi: nessun contenuto per adulti

di Rossella Vitale
Apple Vision Pro, utenti delusi: nessun contenuto per adulti

Il tanto atteso visore Apple Vision Pro ha suscitato grande interesse tra gli appassionati di tecnologia, ma ha deluso molti utenti per una ragione che alcuni troveranno “insolita”. Il motivo? L’impossibilità di accedere ai contenuti per adulti in realtà virtuale. Questo ha portato alcuni a definirlo addirittura con ironia una “cintura di castità da 3500 dollari”.

Anche se molti avevano già immaginato di sperimentare una nuova frontiera del piacere con il Vision Pro, hanno dovuto presto confrontarsi con la realtà. Nessun contenuto per adulti può essere riprodotto o visualizzato in 3D. Tuttavia, non tutti sembrano essere così scontenti di questa limitazione che pareva piuttosto ovvia.

Cosa ha spinto la Apple ad applicare tale restrizione sul Vision Pro

La decisione di Apple di limitare l’accesso ai contenuti per adulti VR potrebbe non sorprendere considerando la sua storia di restrizioni riguardo i suoi dispositivi. Inoltre, il Vision Pro è stato progettato principalmente come un dispositivo per ufficio, il che potrebbe giustificare ulteriormente questa restrizione. Secondo quanto riportato da diverse fonti, il mancato supporto dell’API WebXR sembra essere altra causa principale del problema. Ciò ha non solo impedito la visualizzazione di tali contenuti sul VR, ma ha anche causato problemi con altri tipi di video.

La delusione per il Vision Pro evidenzia le sfide e le limitazioni che possono accompagnare l’integrazione di tecnologie avanzate in settori sensibili come la sessualità. Mentre la tecnologia continua ad evolversi, di conseguenza anche l’approccio a questo mondo si modifica, creando nuove esigenze di natura virtuale. Mentre alcuni VR offrono nuove opportunità di esplorazione, è indubbio che vangano sollevate anche domande etiche e sociali a riguardo. Si sviluppa di pari passo l’ulteriore preoccupazione per il potenziale isolamento sociale causato dalla preferenza per l’interazione virtuale rispetto a quella reale e per le implicazioni sulla percezione del corpo e della sessualità umana, già illusoria dopo l’ingresso di precedenti tecnologie e dei social network.

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