Piattaforma antipirateria Piracy Shield: dalle promesse iniziali alla realizzazione concreta
Piattaforma antipirateria Piracy Shield: dalle promesse iniziali alla realizzazione concreta

La prima giornata di campionato con la piattaforma antipirateria attiva, promossa con enfasi da Agcom e dal commissario Massimiliano Capitanio, sembra non aver ottenuto i risultati sperati. Nonostante la dichiarata soddisfazione di Capitanio riguardo al rapido abbattimento di siti pirata in meno di 30 minuti, la realtà che emerge è alquanto differente.

 

La piattaforma antipirateria di Agcom

Capitanio esprimeva entusiasmo per la “vastissima alleanza tra istituzioni e privati”, sottolineando la storicità dell’evento in cui l’Italia contrattaccava la criminalità online. Il reportage sul weekend però dimostra che, contrariamente alle aspettative, numerosi siti di streaming pirata sono rimasti attivi e facilmente accessibili tramite una semplice ricerca su Google.

La piattaforma Piracy Shield avrebbe dovuto rappresentare un baluardo contro il dilagare della pirateria, ma la sua efficacia è stata messa in discussione. Nonostante la dichiarata azione di Agcom nel bloccare siti illegali, la ricerca online ha dimostrato che molti di essi erano ancora disponibili senza alcun pagamento da parte degli utenti.

I risultati del weekend evidenziano che, nonostante il clamore iniziale, la piattaforma Piracy Shield non ha raggiunto l’obiettivo desiderato. La piattaforma non è riuscita a mantenere completamente la promessa di un’azione tempestiva contro i siti illegali, evidenziando la persistenza della rete pirata con “maglie larghe” che non sono state strette dalla piattaforma.

 

Il futuro incerto di Piracy Shield

Tra le problematiche emerse, spiccano i ticket doppi, segno di possibili errori nella programmazione della piattaforma, e la scarsa quantità di blocchi IP effettuati, forse per evitare rischi e complicazioni. La necessità di una maggiore accelerazione da parte di Agcom è evidente, così come la richiesta di una stretta collaborazione con i provider internazionali, che sembrano ancora disinteressati alla piattaforma.

L’inefficacia della ricerca online attraverso Google, nonostante l’annunciata procedura per rimuovere immediatamente i siti segnalati, solleva dubbi sulla collaborazione effettiva e l’impegno delle grandi aziende nel contrastare la pirateria.

I fatti sembrano smentire l’entusiasmo iniziale e le dichiarazioni positive. La lotta contro la pirateria online richiede ancora sforzi significativi e una strategia più incisiva. La piattaforma Piracy Shield potrebbe rappresentare un passo avanti, ma è evidente che sono necessari ulteriori miglioramenti e una maggiore cooperazione a livello internazionale per raggiungere risultati concreti.

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