Nasce un nuovo ruolo:

Negli ultimi anni, l’implementazione sempre più diffusa di robot nei vari settori ha dato vita a un nuovo scenario lavorativo, caratterizzato dalla necessità di figure umane specializzate nel guidare e assistere gli automi. Questo fenomeno, al contrario di quanto possa sembrare, non rappresenta la sostituzione dell’uomo da parte della macchina, ma piuttosto una coesistenza sinergica tra le due entità.

Liz Young, in un recente articolo pubblicato su The Wall Street Journal, ha documentato una serie di storie che mettono in luce tale realtà. Racconti di robot smarriti e capricciosi che richiedono l’intervento umano per completare i compiti per cui sono stati progettati. Questo fenomeno, lungi dall’essere isolato, sta diventando sempre più diffuso in diversi contesti lavorativi.

Robot come i bimbi sperduti nei magazzini

Un esempio tangibile di questa nuova figura professionale emergente è rappresentato da Caroline Rutenberg, tecnica e formatrice di robot presso un magazzino di Amazon nel Connecticut. Nonostante il crescente utilizzo di questi macchinari nei magazzini, con un aumento dal 15% al 21% tra il 2018 e il 2023, gli automi non sostituiscono completamente gli umani, ma richiedono piuttosto la loro assistenza per funzionare correttamente.

Le imprese stanno scoprendo che questi robot necessitano di aiuto umano per adattarsi e operare efficacemente nel mondo reale. I “domatori di robot” hanno il compito di radunare e gestire gli automi, risolvere i problemi di manutenzione e mantenere il controllo sulla loro localizzazione. Tuttavia, nonostante la programmazione accurata, questi dispositivi possono ancora smarrirsi, richiedendo l’intervento umano per riportarli sulla retta via. Alcuni di questi, proprio per via dei loro comportamenti peculiari, hanno guadagnato una sorta di reputazione tra gli umani con cui lavorano. Ad esempio, Blinky, un robot presso un magazzino Amazon, è diventato famoso per i suoi comportamenti irregolari durante il trasferimento di merci, sviluppando quasi una “personalità” che lo distingue all’interno del microcosmo aziendale.

Scott Samples, un “domatore di robot” presso uno stabilimento di elettrodomestici gestito da Roper, racconta di ricevere un costante flusso di chiamate quotidiane a causa di robot che si allontanano dai loro percorsi designati. Anche considerando i progressi nella tecnologia robotica, gli automi rimangono ancora piuttosto “sciocchi”, come sottolinea Sean Cusack, ingegnere robotico a Oakland, California. La percezione dei robot come entità intelligenti è spesso distorta e i loro comportamenti imprevedibili possono portarli a vagare come “bimbi sperduti” nei vari corridoi delle aziende.

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