Tra le molte innovazioni di quel tempo, l’invenzione del Napalm ha avuto un impatto significativo. Nonostante il suo ruolo cruciale nella vittoria degli Alleati, il Napalm viene frequentemente trascurato, persino all’interno della rappresentazione cinematografica della Seconda Guerra Mondiale. A differenza dei film sulla guerra del Vietnam, dove assume quasi un ruolo da protagonista. Le ragioni storiche di questa sottovalutazione sono molteplici.
Il termine “Napalm” è diventato di uso comune solo dopo la guerra di Corea. Questo perché l’attenzione post–bellica si è concentrata spesso sulle atrocità naziste e giapponesi. Mentre le azioni degli Alleati sono state talvolta mitigate o addirittura nascoste. Inoltre, la natura crudele e distruttiva del Napalm ha reso difficile la sua discussione pubblica, soprattutto considerando l’ampiezza delle sue conseguenze.
Uno studio condotto dall’Università di Berkeley ha evidenziato che, nonostante il ruolo limitato avuto rispetto alla bomba atomica, l’uso del Napalm ha causato ugualmente un numero significativo di vittime durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo dettaglio, insieme alla sua efficacia nel distruggere obiettivi militari e civili, sottolinea l’importanza di considerare il Napalm nel contesto storico.
L’inventore del Napalm, Julius Fieser, lo progettò con l’intento di creare un’arma incendiaria altamente efficace ed economica. La sua facilità di produzione e la sua capacità di aderire a qualsiasi superficie lo resero una scelta popolare per gli Alleati. Quest’ultimi, infatti, lo impiegarono massicciamente in diversi teatri di guerra, causando distruzione su vasta scala.
Oggi, il Napalm è considerato una delle armi più spietate della storia, a causa della sua capacità di provocare massici incendi incontrollabili e danni ecologici irreparabili. Anche se è stato progressivamente abbandonato, rimane un simbolo delle atrocità della guerra moderna che non è storicamente corretto trascurare ed ignorare.