Per comprendere appieno l’importanza della fusione nucleare è essenziale esaminare le basi di questa tecnologia e il suo potenziale impatto. Attualmente, l’energia è principalmente prodotta attraverso la fissione nucleare, un processo che comporta la divisione di nuclei atomici pesanti e radioattivi per generare energia. La fusione nucleare, al contrario, coinvolge la fusione di nuclei atomici leggeri per formarne di più pesanti, generando così energia. Questo processo offre vantaggi significativi, tra cui una maggiore efficienza energetica, la produzione di energia pulita senza l’uso di combustibili radioattivi e la riduzione del rischio di reazioni a catena.
La realizzazione pratica della fusione nucleare è estremamente complessa e richiede temperature estremamente elevate per vincere la repulsione elettrostatica tra i nuclei atomici. Gli impianti a fusione, come il JET
, utilizzano reattori tokamak, che confinano il plasma, uno stato di materia in cui gli atomi sono ionizzati, tramite campi magnetici. Il plasma, composto da una miscela di deuterio e trizio, è riscaldato a temperature estreme per avviare le reazioni di fusione nucleare.Nonostante i progressi compiuti, il JET si avvia alla conclusione della sua vita operativa, con l’attenzione che si sposta verso progetti come ITER. L’ITER, anch’esso un reattore tokamak, rappresenta il prossimo passo significativo nell’avanzamento della fusione nucleare, con l’obiettivo di diventare il più grande progetto al mondo in questo ambito. Utilizzando il know–how acquisito da impianti come il JET, ITER mira a superare le sfide tecniche per diventare un reattore operativo in grado di produrre e distribuire energia a scopi civili.
Nonostante questo notevole progresso, la strada verso la realizzazione di centrali nucleari a fusione rimane ancora lunga e costellata di sfide significative. Il JET, pur essendo un impianto dimostrativo, non è ancora in grado di ottenere più energia dalla fusione nucleare di quanto ne consumi per innescare le reazioni stesse, mantenendo così un bilancio energetico negativo. Pertanto, è necessario testare questa tecnologia in impianti non dimostrativi di prossima generazione, come il progetto ITER in Francia.