Nel tumulto politico globale che anticipa le elezioni del 2024, l’ombra dell’intelligenza artificiale si insinua come un fantasma, mentre un vecchio stratagemma viene riportato alla ribalta dai governi desiderosi di reprimere il dissenso politico e calpestare i diritti umani: il blocco di internet. Questa mossa è stata attualmente impiegata in tre nazioni al voto all’inizio di quest’anno: Pakistan, Senegal e Comore.
L’ultimo caso si è verificato in Pakistan, dove, in occasione delle elezioni nazionali e provinciali dell’8 febbraio, le autorità hanno giustificato la chiusura delle reti mobili. Questo gesto è stato giustificato come un tentativo di prevenire attacchi terroristici contro i seggi. Eppure, secondo quanto riferito da Al Jazeera e monitorato da Netblocks, il blocco delle reti è coinciso con l’apertura delle urne. Dettaglio questo che ha alimentato i sospetti sulle reali motivazioni dietro questa mossa. Con una popolazione di 241 milioni, oltre la metà della quale registrata per votare, il Pakistan ha visto oscurare i suoi canali di comunicazione in un momento critico per la democrazia.
Come il controllo su internet sta mettendo in crisi le elezioni
Anche in altri paesi, come le isole Comore e il Senegal, internet è stato disattivato in concomitanza con eventi politici rilevanti. Nelle Comore, proteste e disordini hanno seguito la riconferma del presidente Assoumani. Mentre nel Senegal, il blocco è stato giustificato come misura estrema per contrastare la violenza online e ha suscitato condanne a livello internazionale.
Queste azioni non sono passate inosservate dalle organizzazioni per i diritti umani, che hanno denunciato i rischi per la libertà e l’integrità delle elezioni. Access Now ha condannato fermamente il blocco delle comunicazioni mobili in Pakistan, sottolineando che l’accesso a internet è essenziale per garantire elezioni libere e giuste.
Questi blocchi di internet non sono un fenomeno isolato. In Azerbaijan, ad esempio, il regime dittatoriale dei Aliyev ha ripetutamente limitato l’accesso a internet per controllare la circolazione delle informazioni. Queste azioni, condannate anche dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, minano la fiducia nelle elezioni e aumentano il rischio di violenza.
Con l’avvicinarsi di altre importanti elezioni, come in India e in Bielorussia, le preoccupazioni riguardo all’uso dei blocchi di internet come strumento di repressione politica sono in aumento. Mentre i leader politici si preparano a sfidare le urne, resta da vedere se la libertà di accesso a internet sarà preservata o sacrificata.