Matthew Rayfield, membro di Mschf, ha sviluppato il proiettore Ascii utilizzando JavaScript, desiderando un maggiore controllo sulle immagini rispetto ad altre soluzioni Ascii esistenti. L’algoritmo valuta una serie di fattori, inclusi i colori dello sfondo e del primo piano, per selezionare il carattere migliore per ogni porzione del fotogramma, consentendo una rappresentazione relativamente fedele delle scene.
La trasformazione dei film in formato Ascii solleva però preoccupazioni riguardo alla violazione del copyright, poiché il progetto potrebbe essere interpretato come una forma di distribuzione non autorizzata di contenuti protetti.
Kevin Wiesner, un altro membro di Mschf, difende il progetto sostenendo che le versioni Ascii dei film rappresentano opere “altamente trasformative“, poiché offrono un’esperienza visiva unica e distinta rispetto agli originali. Alcuni esperti legali come Mark Bartholomew esprimono ugualmente scetticismo sulla possibilità che un tribunale consideri il lavoro dell’Ascii Theater veramente “trasformativo” ai fini del diritto d’autore. Il progetto potrebbe quindi essere vulnerabile a potenziali azioni legali da parte degli studios cinematografici, sebbene al momento non ci siano risposte ufficiali da parte di Warner Bros. o A24 riguardo alla presenza dei loro film nel catalogo dell’Ascii Theater.
Mschf ha una storia di provocazioni nel campo del copyright e dei marchi registrati, inclusa la creazione di un Museo del falso che ha venduto repliche esatte di opere d’arte famose. Mentre il collettivo può godere di una certa protezione in virtù della sua natura artistica e del suo intento di sfidare i limiti creativi e legali, il progetto Ascii Theater potrebbe comunque richiedere una difesa legale robusta in caso di controversie legali. Nonostante ciò, il sito continua a operare, offrendo agli utenti una prospettiva unica sulla fruizione cinematografica attraverso un linguaggio di programmazione inusuale e creativo.