Prima di tutto bisogna chiedersi quale è stata quindi la genesi di tutto? Sembra che tutto questo abbia avuto inizio con un articolo in tedesco dell’Aargauer Zeitung. Da questo articolo ne sono poi derivati altri che hanno finito per riportare una visione leggermente diversa delle cose. Un esempio concreto è l’articolo di Tom‘s Hardware, con il titolo di “Tre milioni di spazzolini smart infettati da malware utilizzati negli attacchi DDoS svizzeri”, articolo che è stato subito modificato. Il nuovo titolo dell’articolo, “L’azienda di sicurezza adesso afferma che l’attacco DDoS tramite spazzolini da denti non è avvenuto”, getta luce sulla questione. Si scopre che l’azienda responsabile dell’originaria affermazione ha in realtà presentato l’attacco come un esempio estremo
, probabilmente per illustrare un tipo specifico di minaccia informatica. Qualcuno però ha frainteso questa illustrazione, prendendola per un evento effettivamente accaduto.Questa vicenda, nonostante la sua improbabilità, ha suscitato una certa curiosità nel pubblico e ha dato luogo a numerose riflessioni ironiche sul web. Esperti di sicurezza informatica hanno prontamente sottolineato l’assurdità di uno scenario del genere. A tal proposito, si è ribadito che gli spazzolini smart, si connettono al telefono tramite bluetooth e non hanno accesso diretto a Internet.
Dunque, è evidente che si sia trattato di un malinteso alimentato da un esempio estremo presentato come reale. L’episodio ha però fornito un interessante spunto per alcune considerazioni umoristiche, e non, riguardanti la nostra igiene orale e ha dato agli utenti del web qualcosa su cui sorridere e riflettere. Chi avrebbe mai pensato che dei criminali informatici (presunti) sarebbero stati interessati al controllo della nostra salute dentale? In ogni caso, forse questa storia potrebbe ispirare una nuova strategia per risparmiare qualche soldo dal dentista.