Secondo un’indagine condotta da una l’azienda CBL, che è specializzata nel recupero dei dati, solleva diverse preoccupazioni riguardanti alla scarsa qualità delle componenti utilizzate per produrre molte chiavette USB e microSD prodotte di recente.
Il reporter della CBL mette a luce le pratiche di produzione che coinvolgono i chip di memoria che risultano di provenienza sconosciuta e di una qualità scadente. Secondo tale azienda, le schede microSD e le chiavette USB sono sono tra le più inaffidabili su questo punto di vista, con dispositivi che portano chip con quantità di memoria ridotta e nomi di produttori rimossi o coperti; e in alcuni casi alcune chiavette USB usano le microSD riciclate e saldate sulla loro scheda. Questo fenomeno di deterioramento della qualità delle memorie portatili è motivo di crescente allarme.
A dimostrazione di tutto questo, la compagnia ha condiviso la foto di tre chiavette USB, dove solo una delle tre portava il nome di un marchio, e nelle restanti due chiavette non presentavano il nome di nessun marchio, e tra di esse una utilizzava una microSD nera saldata a una PCB
, pratica che sta diventando sempre più comune nel produrre USB in maniera economica.L’azienda identifica la tecnologia QLC come ulteriore fattore che amplifica i problemi di affidabilità presenti su questi chip. I chip NAND inizialmente potevano memorizzare un solo bit per cella (SCL), garantendo prestazioni e affidabilità eccellenti ma con una densità di dati inferiore. Tuttavia, l’aumento dei bit per cella al fine di incrementare le capacità di archiviazione ha comportato una riduzione dell’affidabilità di tali strumenti. Per questo la CBL avverte che l’accoppiamento di chip di memoria di scarsa qualità con memoria QLC esaspera i già esistenti problemi di qualità, e consigliano di non fare affidamento eccessivo sulla memoria flash.