Secondo quanto riportato dalle fonti, il motore di ricerca di OpenAI si baserebbe in parte sul motore Bing di Microsoft e potrebbe costituire la sfida più diretta mai lanciata contro l’egemonia di Google in questo settore.
Ma è realistico pensare che OpenAI possa davvero competere con Google? Molti utenti da tempo lamentano la qualità inferiore dei risultati di ricerca, spesso influenzati da siti web poco affidabili che sfruttano contenuti generati da intelligenza artificiale e tecniche di SEO discutibili. Studi recenti hanno confermato queste problematiche, specialmente per quanto riguarda le ricerche legate a prodotti commerciali. Per avere una reale possibilità di successo, il nuovo motore di ricerca di OpenAI dovrà distinguersi da questa tendenza, offrendo un’esperienza di ricerca significativamente migliore rispetto ai suoi concorrenti.
Non è neanche la prima volta che un’azienda basata sull’intelligenza artificiale tenta di minare il dominio di Google nella ricerca online. Perplexity, ad esempio, offre agli utenti la possibilità di effettuare ricerche e ottenere risultati correlati insieme a risposte testuali.
La notizia arriva pochi giorni dopo l’annuncio di Google riguardante la rinominazione del suo assistente Bard AI in Gemini, nonché il lancio di un nuovo piano chiamato Google One, che comprende ben 2TB di spazio di archiviazione oltre all’accesso al servizio Gemini Advanced.
Il futuro della ricerca online è dunque al momento pieno di incertezze. È possibile che OpenAI riesca a sovvertire davvero l’attuale ordine delle cose con la sua proposta innovativa? Google manterrà la sua leadership indiscussa per molto tempo ancora o le cose stanno per cambiare? Solo il tempo potrà darci una risposta definitiva, e nel frattempo possiamo solo esplorare le innumerevole novità che il settore tecnologico online e l’intelligenza artificiale ci riservano ogni giorno.