L’Autotune, un software capace di correggere automaticamente l’intonazione della voce dei cantanti attraverso la modifica delle frequenze, ha attraversato una notevole evoluzione dalla sua introduzione nel 1998 con la canzone “Believe” di Cher. Questa tecnologia, che ha conquistato particolare notorietà nella scena trap con artisti come Sfera Ebbasta e Travis Scott, ha radici sorprendentemente legate alla ricerca del petrolio.
Dietro le quinte del suono perfetto
L’ingegnere Andy Hidebrand, nel 1996, ideò uno strumento – non ancora chiamato Autotune – per pulire le frequenze del segnale sismico utilizzato nella riflessione sismica per individuare giacimenti di petrolio nel sottosuolo. Nel 1997, Hidebrand, anche musicista, traspose lo stesso principio di funzionamento per creare uno strumento che correggeva l’intonazione dei cantanti, dando così origine all’Autotune.
Dal punto di vista tecnico, l’Autotune interviene regolando la frequenza del suono, allineandola con le note corrette. Ad esempio, se la voce esegue un “La” calante, il software corregge la frequenza per adattarla al “La” corretto, solitamente a 440 Hz. Oltre alla correzione di base, il software può essere utilizzato per impostare una tonalità specifica, suddividendo la voce in componenti base e modificando le frequenze stonate per adattarle alla scala desiderata.
Esistono due principali tipologie di Autotune: quello utilizzato dal vivo e quello in studio. L’Autotune dal vivo agisce in tempo reale durante le esibizioni, correggendo istantaneamente la voce dei cantanti. Al contrario, l’Autotune in studio consente un maggiore controllo manuale, permettendo la modifica precisa di ogni nota.
Entrambe le varianti del software presentano numerosi parametri personalizzabili, tra cui la velocità di transizione tra le note. Questa flessibilità consente di ottenere effetti distinti, come il classico suono robotico o un’intonazione più naturale.
Innovazioni e prospettive dell’Autotune
L’Autotune, nato da una curiosa connessione con la ricerca del petrolio, ha influenzato in modo significativo il panorama musicale moderno. Se da un lato ha suscitato dibattiti sulla “vera” abilità dei cantanti, dall’altro ha aperto nuove possibilità creative e ha contribuito a ridefinire il concetto di perfezione nella musica. La sua presenza continua a essere evidente in molteplici generi musicali, testimoniando la sua versatilità e il suo impatto duraturo.