Il satellite ERS-2 è stato lanciato nel 1995 e si trova attualmente a un’altitudine di poco più di 250 km sopra la Terra. A causa della sua orbita non perfettamente circolare, l’altitudine del satellite varia tra un massimo (apogeo) e un minimo (perigeo). Mentre l’orbita del satellite continua a decadere verso lo strato più denso dell’atmosfera, è stato monitorato da altri satelliti nello spazio. L’Agenzia spaziale britannica ha anche rilasciato immagini del satellite, condivise poi con l’ESA.
Si prevede che durante il rientro, il satellite si disintegrerà a un’altitudine di circa 80 km sopra la superficie terrestre. La maggior parte dei frammenti
brucerà nell’atmosfera. Esiste però la possibilità che alcuni frammenti possano raggiungere la superficie terrestre, con una probabilità molto bassa di impatto, considerando che circa il 70% della superficie terrestre è coperta dall’acqua. Il satellite, dismesso nel 2011 a causa dell’esaurimento del carburante, non è più controllabile e non è possibile intervenire sulla sua traiettoria di rientro.L’ESA ha dichiarato che con l’avvicinarsi alla data di rientro, sarà possibile fornire previsioni più precise sull’orario e sulla zona di impatto del satellite. L’agenzia ha anche sottolineato che sta lavorando per migliorare le politiche di mitigazione dei detriti spaziali. Sono previste, a tal proposito, missioni nell’orbita terrestre in modo da consentire rientri controllati alla fine della loro vita operativa. Questo impegno per una gestione più sostenibile dei satelliti dismessi è stato ribadito da parte dell’ESA fino al novembre 2023.
Mentre il satellite ERS-2 si avvicina al suo rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre, l’ESA sta monitorando da vicino la situazione. Non resta che attendere che vengano forniti ulteriori aggiornamenti secondo le informazioni disponibili. L’intento è quello di lavorare per garantire una gestione responsabile dei detriti spaziali e la sicurezza delle operazioni spaziali future.