La Commissione Europea potrebbe infliggere ad Apple una sanzione significativa di 500 milioni di euro, accusando l’azienda di aver ostacolato la concorrenza nel settore delle applicazioni musicali tramite le restrizioni del suo App Store su iOS. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la comunicazione ufficiale dovrebbe essere rilasciata nei primi giorni di marzo, portando alla luce una disputa che ha radici nel passato e che coinvolge la politica di Apple nei confronti degli sviluppatori.
Il cuore della questione è il lungo periodo in cui Apple ha impedito agli sviluppatori di applicazioni su iOS di informare gli utenti sull’esistenza di sistemi di pagamento alternativi al di fuori dell’ecosistema App Store. Questo atteggiamento avrebbe, secondo alcune aziende concorrenti, favorito in modo ingiusto Apple Music, in particolare Spotify, che ha presentato un reclamo formale alla Commissione Europea nel 2019. Solo nel 2022, a seguito di pressioni regolatorie in Giappone, Apple ha modificato la sua politica.
Inizialmente, l’indagine della Commissione riguardava anche la commissione del 30% che Apple
trattiene su ogni acquisto effettuato dagli utenti sull’App Store, e una possibile multa poteva ammontare fino a 39 miliardi di dollari. A febbraio 2023, la Commissione ha raffinato la sua posizione concentrandosi esclusivamente sulla restrizione della comunicazione dei pagamenti alternativi.Per l’autorità europea, l’approccio di Apple non è stato considerato “né necessario né proporzionato”, soprattutto perché danneggia gli utenti, esponendoli al rischio di prezzi più alti. La decisione della Commissione Europea di concentrarsi su questa specifica violazione potrebbe influenzare il modo in cui le grandi società tecnologiche gestiranno le pratiche commerciali nei mercati europei, dando un segnale forte in termini di equità e concorrenza.
L’eventuale sanzione da 500 milioni di euro rappresenterebbe non solo una penalità finanziaria per Apple, ma anche un importante richiamo a tutte le grandi aziende tech sulla necessità di promuovere un ambiente di concorrenza leale e di rispettare i principi di trasparenza, elementi cruciali per garantire benefici agli utenti e agli sviluppatori. La risposta della società di Cupertino a questa situazione potrebbe plasmare il futuro delle politiche commerciali delle società tecnologiche in Europa e oltre.